Giù produzione industriale, per Meloni il 2023 sarà una dura sfida
16 Dicembre 2022
Gli ultimi dati Istat indicano una riduzione della produzione industriale a ottobre maggiore del previsto. Un punto in meno rispetto a settembre, che aveva già registrato un calo. Male i beni di consumo, i beni intermedi, i prodotti energetici. In aumento i beni di investimento.
Tra i settori che comunque crescono maggiormente c’è la fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,5%), la produzione farmaceutica (+7,3%) la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+4,9%). Le flessioni più ampie riguardani energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,7%), l’industria del legno, della carta e stampa (-6,1%) e la fabbricazione di prodotti chimici (-5,5%).
Il quarto e ultimo trimestre dell’anno inizia in modo difficile alimentando i timori sulla recessione. Il Tesoro, vale la pena ricordarlo, prevede un calo del Pil in questo e nel prossimo trimestre. Il governo prevede un tasso di crescita del 3,7% quest’anno, con un brusco rallentamento allo 0,6% nel 2023. Una stima, quella per l’anno che verrà, più ottimista di quelle fatte da organismi indipendenti.
Anche nell’Eurozona la produzione industriale è scesa più del previsto. Un decremento del 2% su base mensile dopo il +0,8% di settembe. Il dato è peggiore delle attese dei mercati che erano per un calo dell’1,5%. Negli Usa a novembre la produzione industriale è scesa dello 0,2% su base congiunturale, dopo la flessione dello 0,1% registrata ad ottobre.
Per Giorgia Meloni tenere dritta la barra dell’economia italiana, la terza più grande in Europa, nei prossimi mesi sarà una dura sfida.