I matrimoni ormai sono solo contrattini senza poesia e slancio amoroso

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I matrimoni ormai sono solo contrattini senza poesia e slancio amoroso

27 Marzo 2011

Cara Zia Giugi, sempre più mogli scelgono i mezzi di informazione per far valere le loro ragioni di donne tradite. E’ possibile che queste cose non possano essere risolte all’interno della coppia senza darle in pasto a migliaia di spettatori?  Veronica

Cara Veronica, questo dà la misura di cosa siano diventati i matrimoni. Il primo atto è un bel contrattino in cui si definiscono fin dal principio le divisioni dei beni nel caso di separazione. E già questo esprime bene l’incanto fiabesco con cui si intraprende il grande passo. Nel prosieguo del rapporto coniugale, le confidenze una volta riservate all’amica più intima o alla mamma, vengono condivise perlomeno con le colleghe di palestra, l’estetista del massaggio settimanale e naturalmente tutti gli amici di facebook. I quali potranno seguire, con un adeguato corredo fotografico, le vostre prodezze con il maestro di sci, in una presa leggermente troppo audace per insegnarvi soltanto l’inclinazione del bacino durante la curva a destra.

Ugualmente sul sito del vostro maritino, compariranno foto scattate con il cellulare durante le feste con i colleghi, nelle quali campeggia sempre, strano caso, la stessa collega bionda con la camicetta stretta. Nei successivi anni di matrimonio, sugli schermi di tutto il mondo si potranno osservare le immagini di come trascorrete la domenica in famiglia, del vostro barbecue in giardino, di lui che lava la macchina nuova, di lei che ha cambiato pettinatura e dei vostri bimbi in ogni fase della loro crescita. Tutto sotto gli occhi di tutti. Gli unici che non sanno niente l’uno dell’altro sono i due originari coniugi, che nel frattempo hanno perso ogni intimità. Fioriscono i rimedi proposti dagli esperti. Lo psicanalista o il più easy psicologo sono sempre un punto di riferimento. Ma succede spesso che il marito si vergogni un po’ a raccontare ad un altro uomo che fino all’adolescenza faceva pipì a letto.

Ugualmente, se la professionista è femmina, la moglie si rifiuta di confessare di essersi riempita il seno perché cadeva giù come una pera. Si scelgono allora altre vie. Si vedono coppie protagoniste di trasmissioni televisive in cui alcuni sessuologi insegnano loro a riscoprire l’intimità. L’esercizio base è questo. Su una sagoma di carta che ritrae il proprio corpo, ognuno dei partner segna con un pennarello i punti in cui desidera essere baciato, massaggiato o manipolato in altro modo. Poi lo illustra all’altro che si sorprende come se i tre figli li avesse fatti con la vicina di pianerottolo. “Cara, non sapevo che adorassi essere baciata sul collo, se no l’avrei fatto di più”. Dieci e lode in estro. “Caro, chi avrebbe immaginato che amassi il bacio intimo? Potevi dirmelo chiaramente”.

Se chiedeva a sua zia Mariuccia di ottant’anni glie lo diceva lei. Che poi, si sa, verbalizzare le cose è un disastro. Immaginate Rhett Butler che, sullo sfondo rosso del tramonto, afferra Rossella O’Hara e le domanda: “Tesoro, preferisci labbra chiuse o socchiuse, mani alla vita o tra i capelli?”. Parlare di certe cose rischia di diventare un disastro, a meno che le battute non ce le scriva Woody Allen in persona. Ecco perché le donne deluse che confidano alla giornalista di turno le loro tristezze coniugali ci fanno tanta tristezza. Aveva cominciato Veronica, poi tutte le altre, fino alla moglie di Marrazzo che prima lo perdona poi lo caccia. Ultima la moglie di Italo Bocchino, pochi giorni fa. Dice che sapeva tutto del marito e della Carfagna. Non è vero che ha deciso di parlare perché ha visto un paio di foto in un hotel di Napoli, entrambi in accappatoio. Non fosse che a quella stangona di Mara stava divinamente, quasi fosse un abito da sera.