Il buio oltre il romanzo: la famiglia italiana tra letteratura e realtà

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il buio oltre il romanzo: la famiglia italiana tra letteratura e realtà

Il buio oltre il romanzo: la famiglia italiana tra letteratura e realtà

21 Ottobre 2024

Non è strano che romanzi e film – e ora anche le serie tv – riflettano lo spirito del tempo e gli umori diffusi. Chi segue anche di sfuggita il loro avvicendarsi sul mercato del consumo culturale avrà notato come il legame con le saghe familiari sia sempre più presente e di grande successo, che si tratti di dinastie di imprenditori, come i Florio protagonisti del fortunato I leoni di Sicilia di Stefania Auci, da cui è stata tratta un altrettanto fortunata serie televisiva, o dei Datti e Montefosco emigrati dalla Valle del Liri in Scozia, come nel Café Ida della brava esordiente Alberta Riccardi: esemplifico con due titoli che ho a portata di mano nello scaffale e alla cui presentazione in presenza delle autrici ho avuto il privilegio di assistere durante il Festival delle storie ideato e allestito da Vittorio Macioce e dai suoi collaboratori nella Valle di Comino.

Significativo anche il bel film Vermiglio di Maura Delpero, vincitore del Leone d’argento a Venezia: non è una saga familiare che si snoda nel corso delle generazioni, ma il centro della vicenda è comunque la famiglia, e per giunta la famiglia numerosa e povera della montagna trentina, il mondo che abbiamo perduto insomma. Sembra quasi che l’orizzonte mitico della nostra vita di oggi sia sempre più l’antico contesto familiare e avere – o immaginare – una bisnonna, o almeno una nonna, di cui poter raccontare qualcosa di significativo sia una specie di biglietto da visita indispensabile per accedere a questo filone narrativo. È il caso, anche quello fortunatissimo, della bella storia raccontata nella Portalettere di Francesca Giannone: la famiglia, è sempre la famiglia che ritorna, con le sue contraddizioni e i suoi tanti legni storti, ma sempre imprescindibile retroterra del presente.

È un fatto curioso, o forse ovviamente e semplicemente compensativo, dal momento che l’altra faccia della medaglia – quella vera e socio-politica, non letteraria – è quella di un mondo crescentemente individualista: spazio assai limitato per le saghe, legami labili e pochi figli. E per quelli che li fanno, tanta difficoltà a mantenerli con gli standard attuali e a gestirli nelle multiformi attività extrascolastiche. Ma poi, si sa, ci sono i nonni, che in Italia più che a fondare dinastie sono occupati a surrogare al welfare per la famiglia, pervicacemente poco consistente, nonostante gli sforzi meritevoli in atto che sarebbe ingeneroso non riconoscere: è che l’allarme demografico  autorevolmente documentato e lanciato anche dalla Fondazione Magna Carta di cui questo giornale-magazine è espressione, tocca sì il lato delle nascite, ma sul versante opposto dell’esistenza tocca pesantemente il lato dell’invecchiamento dei nonni: quando non sono più in grado di dare una mano diventano subito un peso, perché la durata crescente della vita anche in condizioni non ottimali e di elevata fragilità esige spazi,
assistenza e costi.

Quando anche la semplice assistenza medica di base si scontra con intoppi burocratici e lentezze di tutti i tipi, ci si chiede perché anche provvedimenti apparentemente semplici non riescono a decollare. Un esempio: il numero crescente di anziani non dovrebbe portare all’istituzione del “geriatra di base” a partire da un’età X a carico del servizio sanitario pubblico come in parallelo esiste il “pediatra di base” per i bambini? Così magari, più tranquilli e meno angosciati, nonni e bisnonni potranno raccontare a figli nipoti e bisnipoti la loro infanzia, il tempo fiabesco e povero dell’albero degli zoccoli o semplicemente quello di un mondo in ogni caso più difficile. E fornire tanta materia narrativa ai più inclini a intrecciare storie e saghe fascinose.