
Il crowdfunding scappa dall’Italia: dormi burocrate dormi

02 Luglio 2022
E anche il crowdfunding l’Italia se lo sta perdendo per colpa dei burocrati addormentati sulle loro scrivanie estive. Il nostro Paese non si è ancora allineato al quadro normativo europeo sui prestatori dei servizi di crowdfunding e quindi non si può avere la autorizzazione a operare. Invece chi ha già ottenuto il ‘passaporto’ europeo altrove può operare in Italia.
Morale, le piattaforme che operano in Italia si preparano ad andarsene. Il bello è che nel 2012 siamo stati il primo Paese a dotarsi di una specifica disciplina sul crowdfunding ma poi le lungaggini burocratiche e la incapacità dei decisori non ha permesso di allinearsi agli altri grandi e piccoli Paesi Ue che intanto marciano spediti.
I governi che si sono succeduti in Italia non sono neppure stati capaci di dotarsi della Autorità di settore, non si capisce se a occuparsene debba essere Consob, Banca d’Italia o pulcinella. Abbiamo almeno un centinaio di operatori in attesa di capire che fare, con investimenti e iniziative bloccate, pronti a fare le valigie ed andarsene. Ci siamo ridotti a una manciata di mesi per definire la regolamentazione e la autorità di settore. Che vergogna.
La macchina burocratica, come la chiamano, è fatta di persone in carne ed ossa. Perché dormono? Quanta paga ricevono per dormire, passare carte, non decidere? Perché il governo non rimuove i dirigenti che avrebbero dovuto occuparsi di tutto questo e non lo hanno fatto? E la classe politica che fa? Dorme, insieme al burocrate che con la sua spocchia fa la polvere in ufficio pagato dai contribuenti e in attesa di andarsene in pensione?
Le piattaforme che vorrebbero investire in Italia fanno bene ad andarsene. A quelle che vorrebbero entrarci nel nostro Paese sarebbe meglio avvertirle sulla natura dello stato arretrato e incapace di evolvere su cui stanno scommettendo. Dormi burocrate dormi, ce ne andremo in giro per il mondo inseguendo la modernità e finirai come il rudere di un passato fallimentare, nel Paese delle marche da bollo e del dolce far niente.