Se gli investitori esteri scappano è tutta colpa della oppressione burocratica
07 Maggio 2022
In Italia, si sa, gli investimenti pubblici sono sempre stati messi in secondo piano rispetto alla spesa corrente. Negli anni del Covid, tuttavia, ha iniziato a suonare anche un altro campanello d’allarme: quello degli investimenti privati esteri.
I numeri degli investimenti esteri in Italia e in Europa
Nell’anno più duro della pandemia, il 2020, i flussi in entrata sono stati pesantemente negativi: 23,6 miliardi. In questo caso si parla addirittura di disinvestimenti. Nel 2021 non sono stati recuperati i livelli pre-pandemici, solo 8,5 miliardi a fronte dei 18,2 del 2019.
Non in tutti paesi europei è stato così, nonostante le difficoltà dovute ai lockdown. Nel primo anno di pandemia in Germania, infatti, è rimasto un saldo positivo di 64,4 miliardi. L’Olanda, invece, ha stranamente registrato performance peggiori: -126 miliardi nel 2020 e -81 miliardi nel 2021. Questi dati suggeriscono che, quindi, la correlazione con la pandemia sia meno forte di quella delle condizioni strutturali dei singoli paesi. Il caso Catalent, multinazionale farmaceutica americana, è un esempio emblematico di quanto il sistema Italia metta a rischio gli investimenti esteri.
Il caso Catalent in Lazio
La scorsa estate Catalent aveva deliberato un investimento per aggiungere all’interno della propria sede di Anagni una nuova struttura. I posti di lavoro creati sarebbero stati circa un centinaio. Peccato che poi sa iniziato un’odissea burocratica che ha fatto incagliare il progetto e convinto la multinazionale a spostare fondi e produzioni vicino a Oxford.
Il 2022, quindi, è iniziato con un disinvestimento di 100 milioni di euro che impedirà all’Italia di creare un importante polo di vaccini, non proprio il miglior modo di ripartire dopo due anni negativi. Tutti dicono che vogliono semplificare la burocrazia, ma quasi nessuno lo fa. Questo governo ha già semplificato l’iter burocratico per l’installazione di pannelli solari, termici e fotovoltaici, aiutando allo stesso tempo la transizione ecologica e i cittadini. È arrivato il momento di cambiare paradigma anche sugli investimenti, ne va del futuro dell’Italia.