Il giorno dopo, arriva la riforma della Giustizia

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Il giorno dopo, arriva la riforma della Giustizia

Il giorno dopo, arriva la riforma della Giustizia

15 Giugno 2023

Il giorno dopo i funerali di Silvio Berlusconi, arriva la riforma della giustizia del ministro Nordio. Il disegno di legge propone una serie di modifiche al codice penale e all’ordinamento giudiziario. Tra le norme ci sono l’abrogazione del reato di abuso di ufficio con l’obiettivo di ridurre il fenomeno della ‘burocrazia difensiva’, la limitazione delle condotte penalmente rilevanti per il traffico di influenze, l’inappellabilità del pm in secondo grado e quindi una limitazione del loro potere di appello. Si vuole modificare la disciplina delle misure cautelari, per esempio con l’interrogatorio prima che scattino le misure medesime. C’è anche una stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni.

La abrogazione del reato di abuso di ufficio, in particolare, è stata motivata dal fatto che oggi la norma “vede una applicazione minimale” da parte delle corti italiane. C’è quindi “uno squilibrio tra iscrizioni della notizia di reato e decisioni di merito, rimasto costante anche dopo le modifiche volte a ricondurre la fattispecie entro più rigorosi criteri descrittivi”. Insomma in questo caso si vuole sanare una “anomalia” giudiziaria. Critica invece l’Anm. “E’ ingiustificabile cancellare il reato” di abuso di ufficio, è stato il giudizio del presidente Santalucia. Il numero di condanne per abuso di ufficio, secondo Santalucia, è trascurabile, solo 27 nel 2021. Eppure nello stesso anno ci sono state 5mila indagini di questo tipo. E considerando il numero dei pubblici ministeri in Italia vuol dire che ognuno di loro si trova a gestire circa due cause e mezzo all’anno. La stragrande maggioranza però si perdono per strada.

Dall’opposizione arrivano voci critiche sul fatto che si stanno eliminando paletti ai controlli di legalità, senza nuove assunzioni che rafforzino gli organici della magistratura. L’abolizione dell’abuso di ufficio potrebbe aprire una crepa con Bruxelles, dove sta passando una direttiva che ne chiede la applicazione.

Per il ministro Nordio, intervistato dal Corriere della Sera, sono due i mali più gravi che affliggono la nostra giustizia: “Uno è la lentezza e l’altro è l’incertezza del diritto. Sono entrambi curabili”. Secondo il senatore di Forza Italia e vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, Berlusconi gli avrebbe detto “di andare avanti” sulla riforma. Con lui “ho parlato l’ultima volta mercoledì della scorsa settimana, illustrandogli nei dettagli la riforma che oggi il ministro Nordio porterà al Consiglio dei ministri”, racconta Sisto al Corriere.

“Penso sia giusto dedicare a Berlusconi questa riforma, perché è nel segno dei suoi valori e dei principi del giusto processo”, prosegue Sisto. Con l’abolizione dell’abuso d’ufficio “si ribalta la ‘presunzione di sospetto’ nelle pubbliche amministrazioni ripristinando il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva”. “Gli amministratori devono poter agire correttamente, senza la paura della pendenza processuale. Togliamo di mezzo una norma dannosa oltre che inutile, visto che è dispendiosa e produce risultati minimi o insignificanti”. “Questo reato non costituisce più alcuna barriera contro la corruzione ma penalizza condotte che poi si rivelano del tutto lecite, bloccando l’economia del Paese”. “Se l’abuso d’ufficio produce migliaia di procedimenti che finiscono nel nulla, provocando il danno politico di distruggere carriere” ed esistenze “quel reato si cancella”.

E ancora, è sempre Sisto a parlare: “Come ha rimarcato il presidente Mattarella con la separazione dei poteri è il Parlamento che fa le leggi, non di certo la magistratura”. Le intercettazioni invece “non si potranno pubblicare fino alla loro utilizzazione nel dibattimento”. “Durante le indagini saranno pubblicabili solo quelle inserite dal giudice a motivazione dei propri provvedimenti”. “Il nostro scopo è tutelare le terze persone non coinvolte nell’indagine e porre un limite normativo alla corsa all’intercettazione-gossip”.

In un’intervista a Qn, il vicesegretario di Azione ed ex Forza Italia Enrico Costa spiega che “la riforma annunciata dal Guardasigilli è attesa e opportuna, ma se ci dovesse essere un provvedimento simbolo del percorso politico e delle battaglie di Berlusconi questa è la separazione delle carriere, che qui ancora non c’è”. Costa giudica la riforma del governo “positivamente”. “È un primo passo. La chiave ci convince e sì, potremmo votare a favore”. Sull’eliminazione del reato di abuso d’ufficio e la limitazione del reato di traffico d’influenze, “non vedo nessuna conseguenza negativa. Quella sul reato d’ufficio era una norma del tutto impalpabile”. “Creava solo problemi, specie ai sindaci: con la paura di firmare ritardava la loro azione. Giusto eliminarla”. “È sacrosanto evitare l’utilizzo delle intercettazioni non utili al processo e vietare la pubblicazione di intercettazioni di persone terze al reato”, sostiene l’ex ministro e sottosegretario alla Giustizia.

Per chi ha a cuore il garantismo, riformare la giustizia non vuol dire tanto e solo cercare di limitare il potere delle procure più politicizzate, ma soprattutto dare al nostro Paese una giustizia più veloce ed efficiente, che non blocchi lo sviluppo e la crescita economica, che non  sia un ostacolo alla governabilità. Certo è che questa riforma sarà un terreno di scontro, come del resto lo è sempre stato, in Parlamento e tra poteri dello Stato.