Il nemico silente, la guerra al terrore non è finita

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il nemico silente, la guerra al terrore non è finita

Il nemico silente, la guerra al terrore non è finita

07 Ottobre 2023

Nei giorni scorsi alla Luiss è stato presentato il report Il nemico silente: Presenza ed evoluzione della minaccia jihadista nel Mediterraneo allargato della Fondazione Med-Or, a cura di Andrea Manciulli. Il documento analizza lo stato attuale delle minacce legate al terrorismo e al radicalismo di matrice jihadista nello spazio geopolitico e geografico del Mediterraneo allargato.

L’Africa viene definita la “principale area di incubazione del fenomeno in questa fase storica insieme all’Afghanistan”, dove il terrore si nutre di un insieme di fattori legati ai cambiamenti climatici, carestie, fame, migrazioni, conflitti interni ai paesi africani, criminalità locale, per proliferare. Ecco allora l’esigenza di trovare “strategie di prevenzione e di contrasto adeguate ai mutamenti in corso”, sia a livello nazionale ed europeo che in ambito regionale, “attraverso il coinvolgimento e la cooperazione con i paesi direttamente coinvolti e le principali organizzazioni internazionali”.

Fin qui il report, un documento prezioso per capire che il terrore islamista non è scomparso. Prospera all’ombra dei regimi complici e delle milizie islamofasciste continuando a fare quello che ha sempre fatto. Muta forma, colleziona attacchi a bassa intensità, colpisce di sorpresa, guerreggia nel vecchio stile ovunque si aprano dei varchi. È la guerra infinita che ben conosciamo, con i jihadisti sempre impegnati a incunearsi dove è possibile, sfruttando debolezze e vuoti di potere nel mondo.

Al Qaida non è scomparsa e cresce in termini di seguaci ed espansione geografica. Il ritorno del sedicente governo talebano che ha riportato indietro al medioevo islamico le lancette della storia in Afghanistan, dopo la rovinosa ritirata occidentale, è stata un’ottima notizia per i qaedisti. Gli eredi di Bin Laden cercano altri paradisi del terrore, nelle ex repubbliche asiatiche sovietiche, in Medio Oriente, nel Sahel e nel Corno d’Africa, nelle enclavi jihadiste nel Caucaso e nei Balcani.

In questa guerra che non conosce tregua l’Europa resta la grande trincea da invadere per portare la violenza nella casa degli infedeli, infiltrandosi e ramificandosi. L’Occidente ha progressivamente rinunciato a combattere il ‘nemico silente’ nei suoi paradisi del terrore: una strategia utile per costringere i jihadisti a concentrarsi in un solo luogo dove combatterli e provare a distruggerli. Dunque non resta che la prevenzione.