PNRR,”scuole innovative” e il trionfo dell’università online

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PNRR,”scuole innovative” e il trionfo dell’università online

PNRR,”scuole innovative” e il trionfo dell’università online

29 Aprile 2022

Cosa cambierà il PNRR nelle scuole

A partire dalla prossima settimana, sapremo con più certezza quali saranno gli investimenti per modernizzare il nostro sistema della istruzione grazie al PNRR. La quale somma, fissata in principio a 800 milioni, ha visto un aumento fino a 1,05 miliardi. I fondi sono destinati al finanziamento di 213 progetti di istituti sul territorio nazionale, per avviare le scuole italiane a un processo di digitalizzazione.

Non solo attrezzature, ma anche laboratori pratici per incentivare l’interesse dei ragazzi nelle “materie STEM“: Science, Technology, Engineering, Mathematics.  Non a caso si tratta di un settore in cui il nostro Paese soffre una certa carenza. Anche i device elettronici saranno pensati per rispondere a diverse esigenze: dai computer e tablet fino ai ben più elaborati robot e sistemi di didattica virtuale. In questo ambizioso progetto sono compresi anche lavori di ammodernamento. Si parla di una spesa che ammonterà a 2.1 miliardi per ammodernare 100mila classi e di ben 40.000 edifici scolastici ancora non dotati di rete. Gli asili, d’altro canto, faticano a rientrare nel Piano per via di una più lenta operazione di reperimento di candidature. È stata dunque concessa loro una proroga.

In seguito a queste fasi di collaudo, la somma del PNRR dirottata sulle scuole dovrebbe iniziare a prendere forma, grazie anche alla sinergia di Comuni, Unioni e Città metropolitane, con un focus sull’edilizia scolastica. Le tempistiche naturalmente saranno dettate dai decreti ministeriali, ma si stima che tra la metà di maggio e di giugno si conosceranno i dati relativi a palestre, mense e asili nido. Saranno poi i Comuni a dover disporre i lavori: le scadenze sono entro marzo 2023 per le «scuole innovative» e dicembre 2023 per le palestre.

Il Covid ha cambiato l’istruzione

La digitalizzazione del sistema della istruzione è una sfida imprescindibile per il nostro Paese. Dopo il tragico impatto della pandemia sul regolare funzionamento di scuole e università. Il Covid ha cambiato le abitudini di tutti noi, e ovviamente gli studenti medi e universitari, obtorto collo, sono stati i grandi protagonisti di questa nuova fase. Lezioni in streaming, esami a distanza, l’impatto del digitale sulla didattica in presenza sono solo alcuni degli aspetti con i quali gli studenti hanno dovuto fare i conti.

Didattica a distanza: boom di iscrizioni per le università romane

Cresce però il numero dei giovani che scelgono la didattica a distanza per il loro percorso universitario. A Roma si registra una impennata nel numero degli iscritti: per Roma Tre, le iscrizioni sono passate da circa 31 mila per l’a.a. 2019/2020 a 32 mila per il 2020/2021, una tendenza che non sembra ad oggi subire botte d’arresto. Un vantaggio questo soprattutto per i fuorisede, i quali possono seguire le lezioni da casa senza doversi sobbarcare i costi di un affitto nella Capitale, come sottolinea anche il dirigente dell’area studenti Paolo Cursi. Pur ritenendo le lezioni in presenza (che stanno riprendendo in tutti gli atenei) nettamente più efficaci ai fini dell’apprendimento, è ancora possibile per alcuni studenti usufruire della didattica a distanza in casi straordinari. Uno scenario del genere vale anche per La Sapienza, che ha visto un incremento di 5 mila studenti rispetto all’a.a. 2019/2020.

Se molte università ritengono la presenza in classe un elemento formativo imprescindibile, l’università LUISS viaggia in controtendenza, e istituirà dei corsi prettamente online, per venire incontro a chi non può permettersi un alloggio a Roma, ma anche ai lavoratori che desiderano conseguire un titolo. Gli atenei online, già tecnologicamente predisposti all’erogazione dei corsi da remoto, hanno avuto ancora più fortuna. L’Università Mercatorum ha triplicato il numero degli iscritti, così come la Niccolò Cusano.