Il problema non è la Flat Tax
23 Agosto 2022
La flat tax al 15%, al 23%, incrementale, fa molto discutere ma per adesso è solo una proposta. Per realizzarla ci vorrà tempo. Sempre che ci si riesca e non sarebbe male provare ad applicarla visto che ne sentiamo parlare da anni. Il problema però non è la flat tax ma il fatto che per vent’anni in Italia non si sia riusciti concretamente a riformare il fisco per renderlo più semplice e soprattutto a far crescere l’economia abbastanza per abbassare le tasse.
Così, mentre si discute del futuro prossimo, arriva la stangata fiscale. Altro che pace con i contribuenti. Al ritorno dalle vacanze gli italiani trovano il solito ginepraio estivo. Centinaia di adempimenti, acconti, saldi, rateazioni con interessi. Le addizionali e pure il Canone RAI. Da qui a fine anno partiranno anche il grosso degli atti fiscali sospesi durante il Covid. Milioni di cartelle esattoriali. Poi ci sono i versamenti INPS.
Dall’istituto, per inciso, fanno sapere che i conti sono in ordine ma servono altre migliaia di assunzioni. Migliaia di assunzioni. Indovina pagate da chi. Dunque non si riesce a semplificare il fisco né la burocrazia oppressiva che abbiamo in Italia. Tutto il sistema costa e per mandarlo avanti si alzano le tasse un pochino qua, un pochino là. La crescita forte per legittimare un taglio fiscale consistente non c’è. Ergo la pressione fiscale resta la stessa da anni.
Così la domanda diventa, cosa farà il nuovo governo con i prossimi 40 miliardi di entrate fiscali? Continuerà con la spesa pubblica senza riformare lo Stato, farà altro debito o investiremo i nostri soldi, le tasse appunto, nelle tecnologie per l’innovazione, nel welfare aziendale, sulle competenze, insomma nello sviluppo economico? Intanto gli italiani finiscono le vacanze dal commercialista.