Il turismo spinge il rialzo del Pil ma i lavoratori dove sono?
01 Novembre 2022
Il turismo spinge il Pil italiano. Se l’economia nazionale, infatti, fra luglio e settembre, centra il settimo trimestre consecutivo di crescita, con un +0,5% (+2,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), gran parte del merito va al settore turistico.
A influenzare positivamente il nuovo aumento del prodotto interno lordo è, infatti, il comparto dei servizi, che fa registrare gli incrementi più sensibili, al punto da sterilizzare le battute d’arresto dell’agricoltura e dell’industria.
Un settore trascinato dalla crescita inarrestabile del turismo che, nell’estate 2022, ha vissuto un’autentica rinascita nel nostro Paese, grazie all’allentamento delle restrizioni per il Covid-19 e al rilancio degli arrivi internazionali, favoriti dall’euro debole. Secondo i dati dell’Enit, arrivi e prenotazioni di voli aerei dall’estero verso l’Italia, ad agosto 2022, sono stati pari a 841.420 (contro i 571.49 dello stesso mese nel 2021). A ottobre, sono previsti 468.218 nuovi arrivi da voli dall’estero, un dato che pone l’Italia alle spalle solo della Spagna, con 658.561 arrivi. Una ricerca dell’ente di via Marghera, inoltre, rivela che l’Italia non ha rivali come meta enogastronomica nelle preferenze dei turisti internazionali, più di Spagna e Francia.
Il comparto turistico contribuisce alla crescita virtuosa della nostra economia eppure resta sul tavolo un grande “ma”: dove sono le risorse professionali che, da mesi, le aziende del settore cercano senza risultato?
I dati rilasciati dal sistema Excelsior di Unioncamere parlano di una criticità che sta diventando quasi strutturale. Da ottobre a dicembre le imprese indicano difficoltà a reperire il 53% del personale per mancanza di candidati. Il rilancio e il ridisegno di politiche attive del lavoro non può che partire dal comparto che, più di tutti, sta soffrendo il disincentivo al lavoro indirettamente causato dai sussidi. E’ su questo campo che centri per l’impiego e navigator dovrebbero concretamente essere messi alla prova per innescare, finalmente, dopo tanto spreco di tempo e risorse, quel matching virtuoso tra domanda e offerta e diventare un fattore positivo delle politiche occupazionali.