Innovare, vendere, fare arte, le mille potenzialità del metaverso

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Innovare, vendere, fare arte, le mille potenzialità del metaverso

Innovare, vendere, fare arte, le mille potenzialità del metaverso

18 Giugno 2022

L’ultimo rapporto di McKinsey dipinge una prospettiva positiva per il metaverso, descritto come uno spazio di grande valore per i rivenditori e non solo una moda passeggera.

“Continuano a esserci domande sulla longevità e il potenziale del metaverso – spiegano gli autori del rapporto – con una visione estrema che lo considera semplicemente una piattaforma di gioco rinominata di poco interesse più ampio”. Questo scetticismo, tuttavia, non è condiviso dagli autori che pensano “che il metaverso abbia il potenziale per essere la prossima iterazione di Internet”.

Vendere grazie al metaverso

Circa il 64% dei consumatori intervistati ha dichiarato di essere entusiasta o molto entusiasta di fare acquisti nel metaverso. Del 59% degli intervistati che ha indicato di preferire già una o più attività virtuali rispetto a quelle fisiche, il 79% ha affermato di preferire lo shopping immersivo nel mondo.

La multinazionale reputa che il potenziale impatto del metaverso dipenda da una moltitudine di fattori e che i consumatori stiano già spendendo per risorse digitali. Per quanto riguarda la vendita al dettaglio, si afferma che il metaverso potrebbe favorire le vendite di prodotti fisici, ridurre i costi necessari per i negozi fisici e migliorare l’esperienza in negozio attraverso un ambiente personalizzato. Non è un caso che, proprio in questi giorni, Bulgari e Dolce & Gabbana abbiano fatto passi importanti per l’ingresso nel metaverso.

Metaverso, consapevolezza e passi avanti

Pur essendo sempre più diffusa la consapevolezza dei consumatori sulla natura del multiverso, la confusione è ancora tanta. Secondo un report di Wunderman Thompson Intelligence risalente a maggio, infatti solamente il 15% degli intervistati era in grado spiegare cosa fosse il metaverso. In pochi sanno, ad esempio, che il metaverso non è uno solo, ce ne sono un centinaio e ognuno ha il suo nome.

Lo stesso sondaggio ha rilevato altri elementi su cui sarà necessario lavorare. Ben il 72% dei genitori è preoccupato per la privacy dei propri figli; inoltre, il 66% è preoccupato per la sicurezza nel metaverso.

Se il metaverso è un’opportunità anche per l’arte

Thierry Ehrmann, CEO e fondatore di Artmarket.com, è fiducioso circa gli sbocchi che il metaverso può dare al mondo dell’arte. “I metaversi daranno vita sia al migliore che al più confuso dei progetti. Esistono già numerosi frammenti di questa nuova dimensione che rivelano le innumerevoli applicazioni possibili. “Alcuni Metaversi – spiega Ehrmann -fungono da estensione del nostro mondo reale, mentre altri inventano nuovi universi governati da regole proprie.”

Le scelte di Meta e Sandbox monopolizzano il dibattito pubblico, ma molte altre forme di Metaverso sono in evoluzione in altri ambiti “soprattutto nell’arte”. Visite virtuali, NFT, intelligenza artificiale, software di progettazione 3D, sono solo alcune delle novità che il metaverso può introdurre o migliorare.

EnneFt, il primo negozio fisico del metaverso in Italia

A Milano ha aperto EnneFT, il primo negozio fisico dove si possono comprare oggetti del mondo virtuale. I tre fondatori, Cesare Marsiglio, Matteo Cozzi e Riccardo Righini, sono convinti che ci sia un mercato per la consulenza e l’esposizione degli Nft (Non fungible tokens).

“EnneFT, è infatti una galleria innovativa è il futuro dell’arte digitale, focalizzata non solo a supportare le aziende e i privati nell’approcciarsi al mondo virtuale, ma anche desiderosa di promuovere i nuovi talenti emergenti contemporanei che decidono di utilizzare questo nuovo metodo di espressione” – hanno raccontato i fondatori al Giorno.

La mission dell’azienda innovativa è ambiziosa “digitalizzare il presente per renderlo più interconnesso e capace di esprimere le necessità e potenzialità della società attuale”. Ma Marsiglio, Cozzi e Righini non si limitano a quattro parole sulla digitalizzazione. Affermano di voler “utilizzare il talento creativo per realizzare opere in grado di stimolare emozioni e innovare”, ma anche di avere l’intenzione di “sfruttare la tecnologia per elevare l’individuo a reale detentore della propria libertà”.