Italia, spopolamento senza fine ma a soffrire di più sono le aree interne
08 Febbraio 2023
Le aree interne sono da tempo territori ad alto rischio di spopolamento. L’Istat ha recentemente lanciato una collana di pubblicazioni accessibili a tutti per approfondire la storia demografica italiana. Un insieme di ricerche e rapporti per spiegare i processi che hanno portato all’attuale distribuzione della popolazione e alla de-antropizzazione di alcune aree.
Dall’Unità a oggi la popolazione residente in Italia è passata da 26 milioni nel 1861 (ai confini attuali) fino a 59 milioni al 1° gennaio 2022. Ma dal 2014 a oggi i residenti sono diminuiti di oltre 1,3 milioni. Tra il 1861 e il 2022, gli over 65 sono passati dall’essere il 4,2% della popolazione al 23,8%. A questo dato ha corrisposto la diminuzione della popolazione giovane. Nello stesso periodo, infatti, gli under 15 anni sono scesi dal 34,2 al 12,7%.
I rapporti Istat forniscono una panoramica esaustiva con contenuti e grafici interattivi, approfondimenti on line e dati scaricabili per capire dove sta andando la tendenza demografica italiana. A inaugurare la serie è in particolare la pubblicazione “Storia demografica dell’Italia dall’unità a oggi”. Il racconto di 160 anni di cambiamenti demografici: il boom della popolazione, i trend di invecchiamento, l’emigrazione verso l’estero o verso le aree più sviluppate del paese e, oggi, i flussi migratori.
Aree interne, tra spopolamento e necessità di rilancio delle comunità
Se l’allungamento della vita e il crollo delle nascite hanno contribuito in generale a un invecchiamento della popolazione, anche la distribuzione dei residenti sul territorio è cambiata drasticamente. Di pari passo con lo sviluppo delle città, in particolare nelle regioni centrali e settentrionali, le aree interne hanno subito uno spopolamento inarrestabile. Scarse prospettive occupazionali, disagi infrastrutturali, assenza di progetti di sviluppo digitale e banda larga, povertà educativa e la difficoltà di accesso ai servizi essenziali hanno contribuito alla grave crisi demografica vissuta da molte aree interne del nostro Paese.
Il rafforzamento degli strumenti amministrativi sul territorio, anche in considerazione delle opportunità offerte dal Pnrr, che prevede 500 milioni di euro a favore di servizi e infrastrutture sociali di comunità, rappresentano un possibile volano di rilancio per le aree interne. A settembre sono stati assegnati oltre 3,4 milioni di euro a favore di 46 dottorati comunali, per promuovere attività di ricerca contro lo spopolamento e per potenziare servizi e opportunità.