La Grande Guerra dei gasdotti si fa sempre più avvincente

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La Grande Guerra dei gasdotti si fa sempre più avvincente

24 Ottobre 2009

Non si dormono sonni tranquilli al Cremlino.

Il grande incubo, il gasdotto “Nabucco”,  voluto dall’Unione europea per ridurre notevolmente la dipendenza energetica dalla Russia, si sta concretizzando.

Non sembra vero, dopo anni di impantanamento, ma il progetto ora si avvia alla fase esecutiva.

A gennaio, dopo l’ultima crisi del gas, il dado è stato tratto.

E’ stato deciso il percorso, fatti gli studi, stabiliti i costi, individuato il gas necessario ad avviare il progetto.

Ora si passa alla fase del finanziamento,che verrà ottenuto nel 2010 e poi via…verso nuove avventure.

Allego, per non dovermi dilungare, il link a una notizia.

Ve la segnalo perché suppongo che non leggerete, nei prossimi giorni, altro che le meraviglie del concorrente “South Stream”.

C’è però questa interessante e non casuale differenza tra i due gasdotti.

Il Nabucco va avanti tranquillo per la sua strada, senza la fanfara, le continue conferenze stampa di propaganda davanti a mezzo mondo dell’informazione e dichiarazioni roboanti sul suo velocissimo e inarrestabile successo.

Non ha bisogno di convincere il rivale a rinunciare, va avanti convinto dei suoi mezzi.

E’ un progetto nato per l’Europa, per la sua indipendenza energetica e per sopperire a future necessità che , di certo, non sarà la Russia, con una produzione di gas stagnante, a soddisfare.

Il “South Stream” è nato invece solo come progetto “contro”.

Per questo, invece di creare un progetto veramente fattibile, si è dato vita un mostro che cresce a dismisura.

Se uno dei problemi che hanno frenato il “Nabucco” è il costo non indifferente, il suo rivale lo batte di gran lunga.

Essendo ogni mossa volta soltanto a creare problemi al concorrente dell’UE , si è progressivamente aumentato il gas promesso a tutti, coinvolgendo il maggior numero possibile di società e stati, facendo quindi lievitare i costi da proibitivi a fantascientifici.

Se a questo si aggiunge la crisi economica internazionale, che non rende certo desiderosi di spendere…

Il 13 luglio 2009 ad Ankara si firma l’accordo interministeriale tra gli stati interessati al “Nabucco”?

Allora subito la Russia si organizza e risponde, il 6 agosto, con una strombazzatissima “firma del protocollo di passaggio del gasdotto nelle acque territoriali turche”.

Il propagandare ai quattro venti, come se si trattasse di avvenimenti epocali, ogni firma, ogni incontro, è tipico del disperato tentativo di rendere credibile la veloce e ineluttabile realizzazione del progetto.

Come si apprende dallo stesso sito ufficiale nemmeno sanno esattamente quale sarà il suo percorso!

Non si sa dove passerà, non si sa esattamente quanto costa, ma si suppone sarà tre volte il “Nabucco” (che già ha costi non indifferenti) e c’è già la possibile aggiunta di un nuovo socio, la francese EDF, con altro gas da trasportare e conseguenti maggiori spese.

A proposito di gas… ma da dove arriverà?

In teoria, la nuova opera porterà gas supplementare rispetto a quello che già, attraverso Ucraina e Bielorussia, raggiunge i paesi europei.

In pratica, questo gas semplicemente non esiste e, se davvero arriverà, si tratterà del gas che passa per l’Ucraina.

Insomma una spesa colossale completamente inutile, salvo magari per la Russia.

La cosa più divertente è che Mosca sostiene che siano i concorrenti a mancare di un fornitore.

Ha voluto a tutti i costi firmare un contratto con l’Azerbaijan, per poi presentare il tutto come la prova provata che quel gas ormai è suo.

Peccato che gli azeri abbiano preteso che il contratto scadesse nel 2014 (per potersi poi attaccare al “Nabucco”) e che servisse solo per il consumo interno per la Russia meridionale,con divieto assoluto di venderlo in Europa…

Un chiaro messaggio per chi doveva intendere, e che infatti ha inteso.

Ma pare che l’importante sia solo il fumo senza l’arrosto, la propaganda senza i fatti.

Se invece la Russia fa qualcosa di davvero importante, la cosa passa inosservata ai più.

Quando, il 6 agosto, ha annunciato ufficialmente che non firmerà l’Energy Charter Treaty la cosa non ha goduto di particolare considerazione.

Ma in tal modo Mosca ha detto chiaramente che non ha alcun intenzione di vincolare i suo traffici energetici alle leggi internazionali.

Meglio aprire e chiudere i rubinetti come dettano l’umore e gli interessi politici.

Ma queste cose rafforzano nell’Unione Europea la volontà di andare avanti fino in fondo.

Ci sono certamente avvenimenti che colpiscono molto di più il mondo dell’informazione.

Se Russia e Cina firmano cento accordi veri, più uno presunto sul gas, ecco che i commenti vengono tutti pilotati, per volontà del Cremlino, su quello più fasullo.

Solo propaganda volta a creare pressione sull’Europa.

 

ALLEGATO: L’EUROPA DEL GAS
http://www.gie.eu.com/maps_data/downloads/GSE_STORAGE.pdf