La partita Opel si chiude. La Merkel esulta ma GM non esce di scena

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La partita Opel si chiude. La Merkel esulta ma GM non esce di scena

11 Settembre 2009

A due settimane dalle elezioni federali, che vedono tuttora in testa nei sondaggi i cristianodemocratici e i cristianosociali, la signora Merkel è indirettamente riuscita a mettere a segno un colpo importante nella vicenda, che da mesi tiene appesa a un filo la casa automobilistica tedesca Opel. Nel pomeriggio di ieri, dopo una riunione con i vertici di General Motors, la società fiduciaria che amministra il gruppo di Rüsselsheim, ha annunciato che la casa madre americana è finalmente pronta alla vendita del 55% del marchio tedesco al consorzio che lega gli austro-canadesi di Magna-Steyr ai russi di Sberbank; un 10% andrà invece ai lavoratori, proprio come auspicato in primavera da alcuni membri dell’SPD e dai sindacati; il restante 35% rimarrà infine in mano a GM, che quindi non si defila, ma al contrario- parola di Carl-Peter Forster, presidente del consiglio di sorveglianza di Opel e capo di GM Europa, “continuerà a lavorare in stretto contatto con Opel e Vauxhall”.

Nelle scorse settimane gli americani sembravano aver inopinatamente mutato parere ed erano così trapelate le voci che Opel non fosse in realtà più destinata alla vendita o che addirittura a Magna potesse essere preferito il fondo di investimento statunitense RHJ-International. Ieri mattina il colpo di scena: la convocazione del board per le 16.15, segno inequivocabile che le interminabili trattative si erano finalmente sbloccate. “Ciò non significa che Opel sia salva” ha ammonito severo Fred Irwin, responsabile della gestione temporanea di Opel. Nonostante la soddisfazione della Cancelliera e del suo Ministro delle Finanze per una scelta a lungo caldeggiata dall’esecutivo federale e dai Länder interessati, le condizioni a cui avverrà la cessione sono ad oggi ancora incerte e dovranno essere discusse con i sindacati e i lavoratori nelle prossime settimane, insieme con tutti gli altri interrogativi riguardanti il futuro non certo roseo dell’azienda. Azienda che, salvo sorprese, sarà grossomodo retta dalle medesime persone che l’hanno condotta nel baratro.

La stessa Merkel, nel corso della conferenza stampa convocata al Kanzleramt, ha dovuto smorzare l’iniziale entusiasmo, ricordando che Opel “ha ancora un cammino difficile davanti a sé”. I quattro stabilimenti di Eisenach, Bochum, Kaiserslautern e Rüsselsheim saranno tutti quanti rilevati da Magna, che, come noto, procederà ad una lieve sforbiciata del personale: circa 3000 lavoratori, quasi tutti di Bochum, dovrebbero rimanere a casa. I due rappresentanti del governo e delle regioni, che in questi mesi hanno fatto parte dell’amministrazione fiduciaria, hanno sorprendentemente contestato la decisione odierna, qualificandola come una scelta “a spese dei contribuenti”. Finora lo Stato tedesco ha infatti versato 4,5 miliardi di euro alla casa automobilistica tedesca, la quale, stando agli accordi di maggio, dovrà restituire il prestito entro il 2014/2015. Irwin ha comunque promesso che il denaro concesso dal governo non finirà agli altri investitori e che lo sbarco in Russia di Opel non sarà finanziato con i soldi dei contribuenti. Stando ai calcoli di Magna, la società dovrebbe tornare in attivo già nel 2011. Non resta insomma che vedere se il marchio di Rüsselsheim riuscirà a resistere a quella concorrenza, che l’aveva finora relegata al fanalino di coda dei produttori di automobili teutonici.