La riforma degli ITS che porta competenza, occupazione e produttività

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La riforma degli ITS che porta competenza, occupazione e produttività

La riforma degli ITS che porta competenza, occupazione e produttività

10 Luglio 2022

Gli ITS possono essere un percorso utile per tanti studenti, ma hanno un potenziale non sfruttato in Italia. Per questo, domani si voterà la riforma alla camera. La terza e ultima lettura confermerà l’intenzione del governo di allocare 1,5 miliardi di euro del Pnrr, al fine di migliorare qualitativamente e quantitativamente l’offerta formativa degli ITS.

Cosa prevede la riforma degli ITS

L’obiettivo è passare, entro il 2026, dai circa 21 mila iscritti attuali a 40 mila. Gli ITS garantiscono una formazione di alto livello tecnologico, gratuita per gli studenti e basata sul trasferimento di know how direttamente da chi fa impresa agli iscritti.

La riforma, innanzitutto, modificherà il nome del percorso formativo, si chiameranno Istituti Tecnologici (non più tecnici) superiori. Alle sei aree tematiche attuali (Efficienza energetica, Mobilità sostenibile, Nuove tecnologie della vita, Nuove tecnologie per il Made in Italy, Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali-Turismo, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) se ne aggiungeranno altre, scelte in base ai pilastri del Pnrr: transizione ecologica e digitale.

La riforma interviene anche sulla governance delle Fondazioni ITS che vedrà la presidenza affidata “di norma” agli imprenditori. Elemento fondamentale visto che il punto di forza degli ITS è il legame con il tessuto produttivo. Si garantirà una quota almeno del 60% di lezioni svolte da professionisti e un potenziamento dei laboratori.

Guido Torrielli, presidente dell’associazione ITS Italy

Guido Torrielli, presidente dell’associazione ITS Italy, ha espresso soddisfazione per l’arrivo della riforma. “Con l’approvazione della legge gli Istituti possono finalmente spiccare il volo e diventare un sistema nazionale. Occorre ora far conoscere questi percorsi alle famiglie”.

“Per questo – annuncia Torrielli – chiederemo che 50 milioni del miliardo e mezzo messo a disposizione vengano utilizzati per l’orientamento nelle scuole e per il monitoraggio degli Istituti che devono essere eccellenze italiane”.

Produttività e occupazione, gli output degli ITS

Va ricordato che gli ITS, già oggi, garantiscono a un anno dal titolo tassi di occupazione dell’80% e contratti stabili. Anche gli stipendi sono buoni: la partenza è tra i 1.500 e i 1.600 euro netti al mese.

È evidente che l’impatto dell’integrazione del mercato del lavoro di figure simili non rilancerebbe solo l’occupazione giovanile, ma permetterebbe anche di far ripartire, finalmente, la produttività del lavoro.