La rincorsa del PD alle non-mamme
04 Ottobre 2022
Giorgia Meloni premier, comunque la si veda, è una svolta epocale. Tante dichiarazioni di principio, sfociate nella creazione delle discutibili “quote rosa”, dove non contano le competenze ma la semplice appartenenza a un genere sessuale, sono state spazzate via proprio dal partito definito patriarcale e di discutibile ispirazione machista. Ispirazione per altro tutto da dimostrare. Ed ecco scattare la tardiva rincorsa del Pd, il grande sconfitto in queste elezioni, alle donne.
Il dibattito sulla debacle piddina impazza, almeno quanto i nomi del futuro segretario. E la questione femminile è subito entrata nelle agende degli aspiranti leader. Dunque i temi sul tappeto sono tanti. Il primo è l’equiparazione dei salari femminili a quello maschile. No, aspettiamo. Allora il secondo potrebbe essere un massiccio piano di investimenti per gli asili nido. Così da aiutare con il vero grande welfare familiare le mamme che lavorano. Errore, la prima mossa del futuro leader piddino è rivolta alle donne che mamme non lo diventeranno mai. Per scelta, per necessità, per varie ragioni.
Stefano Bonaccini ha annunciato che potenzierà nella sua Emilia Romagna la distribuzione della pillola RU486. L’applicazione della legge 194 era stata già tema centrale della recente campagna elettorale. Ricorderete le vibranti dichiarazioni di Chiara Ferragni. Tra un post su una mutanda di pizzo e uno sui concorrenti di X Factor (anche lei tiene famiglia), aveva stigmatizzato le resistenze della regione Marche a dare corso agli aborti. Eugenia Roccella aveva già provveduto a puntualizzare come stanno davvero le cose nella meravigliosa terra di Roberto Mancini. In un dibattito televisivo che la opponeva a Laura Boldrini, Roccella aveva dichiarato: “La percentuale di aborti praticati nelle Marche è esattamente in linea, se non superiore a quella nazionale, così come il numero dei medici obiettori di coscienza. Tutti hanno il diritto di commentare tutto, a patto di essere documentati”.
La Boldrini però dei documenti non si cura ed è andava avanti sulla sua strada. L’altro giorno, a urne chiuse, è stata cacciata da una manifestazione pro aborto al grido di: “Vogliamo la pillola gratis, nom chiacchiere. Dovevate pensarci prima, quando eravate al governo. Se ne vada, lei non ci rappresenta”. Sipario. Bonaccini invece, come si diceva, accelera proprio in Emilia Romagna sui delicati temi etici. La pillola abortiva Ru486 “verrà distribuita in Emilia-Romagna dalla prossima settimana”, annuncia il governatore, indicato fra i possibili successori di Enrico Letta, riferendosi alla distribuzione che verrà fatta nei consultori della regione. “Si parte la prossima settimana da Parma, poi Modena, Bologna, la Romagna” e tutto il territorio, per “garantire alle donne un’ulteriore possibilità di effettuare, in sicurezza e con l’assistenza adeguata, l’interruzione volontaria di gravidanza”, conferma l’assessore Raffaele Donini. Si procederà “man mano che le Ausl completeranno la predisposizione dei protocolli necessari su spazi e modalità, sulla base delle indicazioni definite dalla Regione”.
Ancora una volta è Eugenia Roccella dalle colonne di Avvenire a puntualizzare: “La dichiarazione di Bonaccini conferma intanto che fino ad oggi nemmeno in Emilia Romagna sono state seguite le linee di indirizzo del ministro Speranza, emanate già da due anni, nell’agosto 2020. La regione si è guardata bene dal distribuire la pillola nei consultori, ma ha usato estrema cautela”. La Ferragni però non lo sapeva… Insiste Roccella: “Un anno fa l’Emilia Romagna ha elaborato un protocollo sperimentale, all’interno di un aggiornamento sull’IVG di ben 43 pagine, con molti significativi paletti. Prevede anche uno studio di 12 mesi per valutare tutte le ivg farmacologiche praticate, sia in ospedale che in consultorio. La pillola verrà somministrata solo in poliambulatori con percorsi definiti di interfaccia con il presidio ospedaliero, adeguatamente attrezzati per gestire l’emergenza e il trattamento di effetti collaterali, luoghi che devono essere situati a brevissima distanza da un ospedale, e con limitazioni aggiuntive. Per esempio possono accedere al metodo solo le maggiorenni, e non entro le 9 settimane come da indicazione dell’Aifa, ma solo entro 7 settimane, previa ecografia (e quindi con il battito cardiaco del nascituro). Le pazienti inoltre non devono essere sole al proprio domicilio, e devono essere in grado di raggiungere facilmente l’ospedale. La verità è che, a parte le dichiarazioni ad effetto, Bonaccini, amministratore di esperienza, non intende rischiare, aldilà delle semplicistiche indicazioni del ministro Speranza, che fanno credere alle donne che l’aborto con la Ru sia una passeggiata e che sia possibile assumerla in qualunque consultorio, senza adeguato presidio medico”.
Conclude Roccella: “Sorprende invece la dichiarazione dell’assessore alla sanità del Lazio, D’Amato, che afferma di “consentire la somministrazione della Ru 486 anche a domicilio”. Se così fosse, sarebbe in aperta violazione della legge 194”.
Giorgia Meloni intanto, alle prese con il caro-bollette, continua a tranquillizzare chi pensa che metterà mano alla 194. “Non ci penso proprio, ma applicare la 194 compiutamente significa anche offrire la possibilità alle donne indecise di tenersi il bambino”. Ecco che cosa potrebbe offrire Bonaccini ai suoi potenziali e futuro elettori: un modello di asili-nido come quello emiliano che venne studiato perfino dai giornali Americani. Ma per il nuovo corso del Pd evidentemente fare figli non è di moda, essere mamme non “buca il teleschermo”. In attesa di un commento da parte della cantante Elodie o di un “vaffa” gridato da Renato Zero, entrambi non ancora genitori per scelta, il Pd ha sempre in serbo l’arma strategica che risponde al nome di Elly Schlein. Un’altra interprete delle esigenze della famiglia italiana tipo. Un’esponente politica che milita nella stessa area di riferimento di un’altra donna di lungo corso: Rosy Bindi. La pasionaria senese ha sentenziato: “Mantenere in vita il Pd è accanimento terapeutico”. Chissà cosa ne pensa della maternità surrogata, un altro tema di grande attualità con cui replicare all’inflazione…