La verità sull’Italia

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La verità sull’Italia

24 Settembre 2010

A metterla con semplicità, il recente articolo di James Walston, il cui titolo eviterò di riferire per non diffonderne la volgarità, rappresenta un chiaro esempio di faziosità. E la scelta da parte di Walton di citare Dante potrebbe ben essere un lapsus freudiano, dal momento che Dante stesso visse i tragici e dolorosi effetti del conflitto tra fazioni nella Firenze del XIII secolo, per poi essere infine bandito dalla propria città natale e mandato in esilio.

Chiunque ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, anche quando queste sono sfacciatamente di parte come nel caso di Walston. Ma sono molto sorpreso dal fatto che una importante pubblicazione dedicata alla politica estera e che porta sulla propria prima pagina il nome del suo illustre fondatore, Samuel P. Huntington, scelga di ospitare un articolo tanto aspro e falso basato sul pettegolezzo nazionale, con una mancanza di equilibrio e serietà che ci si potrebbe aspettare dal più basso livello del sensazionalismo da tabloid.

Sono ancor più sorpreso perché è proprio in politica estera che, nel corso degli anni e in particolare sotto l’attuale governo guidato dal primo ministro Silvio Berlusconi, l’Italia ha fornito sempre più prove di credibilità a livello mondiale, del forte impegno e della risolutezza propri di un membro fondatore dell’Unione Europea e di uno dei paesi più importanti all’interno del G8.

Per i prossimi numeri di Foreign Policy, mi permetto di suggerire alcune notizie che potrebbero essere d’un qualche interesse per i vostri lettori in tutto il mondo. Per un pubblico afgano potreste preparare un articolo sui 4.000 soldati italiani che stanno contribuendo a difendere il paese dalla minaccia talebana e a rafforzare le comunità locali insieme agli Stati Uniti e agli alleati della NATO. I vostri lettori in Libano, nei Balcani e in Africa probabilmente saranno più contenti di vedere qualche fotografia di quei 7.500 peace keeper italiani che ogni giorno incontrano nelle loro città e nei loro villaggi e che rendono l’Italia, fra i paesi del G8, quello che offre il maggior contributo alle missioni delle Nazioni unite. E coloro che negli Stati Uniti sono particolarmente preoccupati per le ben note conseguenze di mercati finanziari privi di regolamentazioni, potrebbero trovare utile apprendere qualcosa in più sul “Lecce Framework”, la serie di principi comuni e di standard proprietari, per l’integrità e per la trasparenza proposti lo scorso anno durante la presidenza italiana del G8, oppure sulla proposta riguardante le speculazioni commerciali portata avanti dall’Italia per il prossimo G20 di Seul.

E ancora, a proposito di economia, Walston potrebbe voler riconsiderare le sue cifre sulla crescita in Italia e magari gettare uno sguardo ai dati più recenti che mostrano una crescita annuale dell’1,3 per cento.

© Foreign Policy
Traduzione Andrea Di Nino