
L’America di oggi, l’Europa di domani

02 Marzo 2025
Venerdì 28 Febbraio 2025. Questa data verrà ricordata nei libri di storia come il punto più basso nella storia della politica internazionale. Il Presidente Trump e il Vice Presidente Vance, a valle dell’incontro privato con il Presidente ucraino Zelensky, hanno inscenato una disgustosa gazzarra in mondovisione. Una sorta di conferenza stampa, o sarebbe meglio dire, una ripugnante mini puntata del grande fratello, in cui la prima e la seconda carica della più importante democrazia al mondo, hanno umiliato il presidente di un paese che è stato invaso dalla Russia e che da tre anni soffre sotto le bombe.
Un atto barbarico, un profluvio di insulti, di errori storici, di nefandezze, di bassezze umane; un gigantesco ictus di arroganza e stupidità che mi ha lasciato senza parole. Rifuggo dalla tentazione di tirare conclusioni affrettate e sono cosciente che 15 minuti di horror show non hanno il potere di sconvolgere un contesto di relazioni internazionali complesse costruite in 70 anni. Tuttavia, la sensazione è che il malessere americano, quel buco nero che ha inghiottito il midwest e dal quale sono emersi personaggi come Trump e Vance, sta inghiottendo tutto il mondo.
L’America come l’abbiamo conosciuta non esiste più: esiste una mega potenza finanziaria in declino economico ed intellettuale che, come un cane ferito, morde tutti quelli che gli si avvicinano perché ha troppa paura della cura. Questa America non va bene per nessuno, non va bene per le democrazie occidentali, non va bene per gli stati confinanti, non va bene per la Cina, né per la Russia e non va bene per il popolo americano. Come sempre però nelle crisi si dischiudono le opportunità, ed io credo che l’Europa ne abbia una, che fino ad ora non ha ancora avuto.
Il Vecchio Continente, delegata la sicurezza a terzi, si è auto-anestetizzata nel gioco di ideologie buoniste, relativismi da salotto e localismi meschini. Ritirata a Bruxelles, ha sconfessato le proprie radici cattoliche e liberali, sostituendole con una burocrazia spietata ed un egualitarismo finto. Tutto ciò era possibile, fino a quando il poliziotto americano, pur tra mille errori e bugie, manteneva viva la fiammella democratica e alimentava i luoghi dove si componevano le relazioni internazionali. Oggi non è più così. L’Europa oggi è sola e se vuole prosperare deve riprendere in mano il proprio destino e per farlo è necessaria una visione.
La novità di oggi è che tale visione è molto chiara e semplice perché risiede nel diniego forte di tutto ciò che il presidente Trump e il vice Presidente Vance hanno dimostrato di voler affermare in quei 15 terribili minuti. L’Europa di oggi non può e non deve essere ciò che è l’America di oggi. E per segnare questa differenza deve unirsi e guardare alle sue radici, ridando voce all’umanesimo che è alla base della nostra tradizione democratica. Sapienza, Giustizia, Fortezza e Temperanza, ci ha insegnato Platone, ed è proprio ciò che Trump non ha imparato: forza Europa!