Le nuotatrici, due sorelle in fuga dalla guerra in Siria
13 Dicembre 2022
Ci sono storie che lasciano il segno. Che rappresentano il coraggio e la determinazione, la lotta contro l’ingiustizia del nostro tempo. Un film appena uscito, tratto da una storia vera, che sta ottenendo l’attenzione e la considerazione che merita. Il titolo: “Le nuotatrici”. Due sorelle. Sarah e Yusra Mardini sono siriane e il loro sogno è gareggiare nel nuoto alle olimpiadi. Due sorelle in fuga dalla guerra nel paese medioorientale che lo ha devastato: La Siria. Questa è la loro storia.
E’ l’estate del 2015. In una piscina della capitale Damasco si stanno svolgendo delle gare di nuoto che vedono impegnate due sorelle. La passione per questo sport l’hanno ereditata dal padre Ezzat Mardini fino a quel momento con ottimi risultati. Le due sorelle amano nuotare, gareggiare. Ma il destino ha riservato per loro un momento drammatico che ne cambierà per sempre le vite. La guerra civile non risparmia il luogo dove stanno nuotando con altre ragazze.
Una bomba piomba sulla struttura. Precipita verso la piscina e sprofonda nell’acqua. La fortuna, il destino vuole che l’ordigno tocchi il fondo della piscina senza esplodere. Mentre una delle due sorelle in quel momento si trova in acqua. La loro abitazione viene invece distrutta da un’altra bomba. Sarah e Yusra hanno solo 20 e 17 anni. Ma hanno la volontà e la determinazione di un adulto. La voglia di realizzare i loro sogni.
Decidono in un drammatico confronto con i loro genitori di abbandonare come tanti altri quel paese in fiamme. Lontano dalla violenza e dall’ingiustizia. Verso l’Occidente. Sullo sfondo la realizzazione del loro sogno da conquistare con la forza delle braccia e delle gambe. Nuotare verso la libertà. Essere liberi di volare sull’acqua. La cosa che sanno fare meglio. Insieme. Come due sorelle che si aiutano e si sostengono.
Nel 2012 Yusra aveva gareggiato ai campionati mondiali rappresentando la Siria. Ma bisogna abbandonare il prorio paese per continuare a nuotare e sognare, obiettivo è raggiungere la Turchia. Come tanti altri pagano degli scafisti per un pericoloso viaggio. Dalla Siria a Beirut in Libano. Raggiungono Smirne ma il tentativo fallisce. Vengono intercettati dalla guardia costiera Turca e riportati al punto di partenza.
La Grecia, la comunità europea rimane lontana. Non si danno per vinte. Ritentano l’impresa pochi giorni dopo. A bordo di un improbabile natante con tante, troppe persone. C’è in arrivo una tempesta. Qualcosa che fa tremare i polsi. Ma la voglia di arrivare alla terra promessa è forte. Irresistibile. A causa di un danno l’imbarcazione inizia a riempirsi di acqua. La traversata rischia di finire, come tante volte accade, in un dramma.
Il gommone si può rovesciare da un momento all’altro. A bordo scoppia il panico. La maggior parte dei profughi non sa nuotare. Alle due sorelle, le nuotatrici, basta uno sguardo. Bisogna alleggerire il carico. Ma la costa è incredibilmente lontana. La Grecia è infinitamente lontana. La tempesta imperversa e le onde sono sempre più alte. Ma le due sorelle non ci pensano un attimo e si tuffano in mare insieme nello stesso momento. Affrontano la furia delle onde.
Insieme ad altre due persone che sanno nuotare. Aiutano il loro compagni. Li sostengono. In fondo sono due campionesse di nuoto. Le nuotatrici salvano così, con la loro decisione, i profughi che raggiungono diverse ore dopo la costa di Lesbo in Grecia. Sarah e Yusra insieme ai loro due compagni raggiungono la spiaggia. Sulla sabbia si guardano, si abbracciano, sorridono. Ce l’hanno fatta e hanno vinto la loro gara in mare aperto.
Il viaggio può continuare. Yusra racconterà che aveva solo i vestiti indossati bagnati. “Ma avevo accanto mia sorella e questo bastava”. Il viaggio può continuare. Attraversano tutti i Balcani con altri profughi, con la paura di essere intercettati dalla polizia e riportati indietro. Riescono ad arrivare in Germania, a Berlino. Dove chiedono lo status di rifugiati politici. Saranno poi raggiunti dai loro genitori e dalla sorella minore Shahed. Ma Yusra ha sempre il suo sogno da realizzare.
Incredibilmente entra in contatto nel campo profughi con un allenatore di nuoto che sta organizzando una vera squadra di rifugiati di diverse discipline di nuoto per partecipare alle olimpiadi di Rio De Janeiro del 2016. La costanza e la volontà di Yusra fanno il resto.Riprende ad allenarsi con il coraggio e la determinazione che certo non le mancano. E’ per questo che in fondo è arrivata in Germania con sua sorella. Andrà alle Olimpiadi, sarà ambasciatrice dell’UNICEF.
Non si fermerà qui e tornerà a gareggiare per le olimpiadi di Tokyo del 2012 sempre con la squadra dei rifugiati. La sorella Sarah ha invece dovuto abbandonare per un infortunio le gare di nuoto diventando membro effettivo di Emergency. Ma la storia delle due sorelle nuotatrici non si ferma qui. Decidono di raccontarla. Il libro si intitola Butterfly. La regista Sally El Hosaini decide di incontrare le sue due sorelle.
Alcuni incontri, qualche sorriso e nasce così il film “Le nuotatrici”. Alla domande del perché siete fuggite dalla guerra civile le due sorelle rispondono “Per tornare a nuotare libere”. Prima di sorridere ancora una volta insieme.