
Legge di Bilancio, puntare sul welfare aziendale per ridurre l’intervento statale

05 Novembre 2022
L’inflazione galoppa, ormai è all’11,1% su base annua, e sta erodendo inesorabilmente il potere d’acquisto delle famiglie. Anche le imprese, soprattutto le pmi, ne soffrono le conseguenze. Il perimetro del welfare statale sarà ampliato, ma non può bastare vista la situazione finanziaria dell’Italia. Il governo, infatti, sta studiando una serie di misure coerenti con il discorso di insediamento del Presidente Meloni, che aveva esplicitamente affermato di non voler “disturbare chi vuole fare”.
Le novità sulla legge di bilancio
La maggioranza è lanciata a inserire nella prossima Legge di Bilancio delle misure atte ad aumentare il reddito disponibile delle famiglie. Si parla di un allargamento della platea dei beni primari che godono dell’IVA ridotta al 5%, certo. Ma non solo. L’idea è di lasciare più libere le imprese che, pur senza alzare necessariamente i salari, sono disposte a migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti. Nell’ultimo anno, ad esempio, diverse aziende si sono adoperate per rimborsare le utenze domestiche.
Infatti, si prevedono specifiche agevolazioni per quanto riguarda il welfare aziendale. Uno dei temi sul tavolo è riduzione delle imposte sui premi di produttività: la cedolare secca potrebbe passare dal 10% al 5%. Inoltre, si discute di un ulteriore innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit, salita a 600 euro durante il governo Draghi e che potrebbe raggiungere quota 1000 euro.
Le differenze tra welfare aziendale, fringe e flexible benefit e premi di produttività
I fringe benefit sono misure di welfare aziendale, ma non sono le uniche. In questa categoria, infatti, rientrano anche i già citati premi di produttività e i flexible benefit. Questi ultimi in particolare necessitano di almeno un accordo interno e deve essere proposto a tutti i dipendenti o ad una categoria omogenea di lavoratori. I fringe benefit, così come i premi di produttività, possono essere concessi anche ad un singolo lavoratore.
Tra i fringe benefit rientrano l’assistenza sanitaria, la stipulazione di polizze assicurative, la concessione di prestiti, l’acquisto di azioni societarie (Stock option), alloggi che vengono messi a disposizione del dipendente. I flexible benefit, invece, possono essere i corsi di lingua e di formazione, l’asilo nido aziendale, le borse di studio per i figli, ma anche gli abbonamenti per i mezzi pubblici, il cinema e il teatro. Entrambe le categorie permettono ai lavoratori di migliorare gli standard di vita delle proprie famiglie. Più le aziende sono libere di elargirli, meno lo Stato dovrà spendersi nella meno efficiente redistribuzione.
I premi di produttività vengono percepiti direttamente in busta paga, ma spesso il lavoratore può decidere se al di fuori della normale retribuzione. In alcune condizioni, questo premio nemmeno concorre a formare il reddito del lavoro dipendente. Spesso può essere convertito, almeno parzialmente, in servizi di welfare. Tanto è vero che diverse aziende, anziché ricorrere ai premi di produzione, promuovono direttamente il welfare premiale. Ad ogni modo, questo tipo di premio è un incentivo per i lavoratori e permette all’azienda di migliorare i propri risultati. Ecco perché una minore tassazione potrebbe essere un’ottima scelta.