
L’equilibrio dinamico del Governo su benzinai e balneari

25 Gennaio 2023
I benzinai revocano il secondo giorno di sciopero. I balneari condividono una proroga sulla riforma delle concessioni che permetta di trovare una quadra con il diritto comunitario. Dunque su due temi caldissimi per il governo, anche in termini di consenso politico, la strategia della prudenza, del dialogo e dell’ascolto, ma pure della decisione finale, sembra pagare. Meloni tira dritto in un equilibrio dinamico tra esigenze politiche interne e le pressioni europee. Nonostante tra le forze che sostengono l’esecutivo qualcuno provi a strizzare l’occhio alle categorie, proprio per coltivare qualche consenso in più.
Sul fronte dei benzinai, il cartello con il prezzo medio dei carburanti da esporre per gli automobilisti, resta. Insieme alle accise. Ma si dialoga. Da Bruxelles, dopo aver incontrato il commissario europeo Gentiloni, il ministro Urso riconvoca il tavolo permanente per l’8 febbraio. “Il governo è impegnato in maniera continuativa per giungere a un riordino complessivo del settore che ne ha davvero bisogno. E’ un settore troppo a lungo bistrattato. Ed è questo forse il primo governo che li ascolta e che si confronta con esso, siamo alla quarta riunione in due settimane”, dice Urso.
Sul fronte dei balneari, si prende tempo. L’iter del Milleproroghe in Senato rallenta, gli emendamenti nelle commissioni inizieranno a essere discussi dalla prossima settimana. Intanto gli imprenditori del settore sembrano condividere la scelta di prorogare i termini per l’esercizio della delega al governo sulla riforma. Delega che dovrebbe scadere il 27 febbraio ma potrebbe slittare di qualche altro mese. Così da trovare un punto di atterraggio comune tra parlamento, richieste delle categorie e Bruxelles. Anche in questo caso però, come per i benzinai, l’impressione è che le categorie debbano rendersi conto di qual è la posta in gioco.
La realtà dei fatti. E decidere se accettare il migliore dei compromessi oppure andare allo scontro, con il rischio di sbattere la testa. Ieri da Algeri il presidente Meloni aveva detto di lavorare “per trovare la soluzione più efficace a livello strutturale” sulla riforma delle concessioni. Ascoltare, dialogare ma poi scegliere, decidere, con senso di responsabilità. Non è affatto detto che gli elettori questa strategia non la capiscano, inseguendo chi invece continua ad agitarsi, rischiando solo di aumentare il tasso di instabilità nella maggioranza.