Loccioni, chi è l’imprenditore marchigiano che tutti i big dell’auto elettrica cercano
25 Maggio 2022
di Tiziano Rugi
Valore del territorio e della comunità, eccellenza che diventa innovazione. È la ricetta della Loccioni, azienda in prima fila nella corsa verso l’auto elettrica. Volvo, Toyota, Ferrari, Lamborghini, Maserati, Stellantis, Porsche, Jaguar, Audi, Bosch. Tutti i big dell’automobile si rivolgono alla Loccioni, come racconta il quotidiano Il Sole 24 Ore in un reportage dedicato alla realtà marchigiana di Angeli di Rosora, in provincia di Ancona.
Quando tutto cominciò, nel 1968, il fondatore Enrico Loccioni aveva sviluppato sistemi di controllo qualità degli elettrodomestici per la Merloni. Oggi, la tecnologia è applicata soprattutto al settore automobilistico. La Loccioni, infatti, testa in ogni condizione di esercizio e controlla che funzionino come da progetto tutti gli elementi necessari per realizzare le auto elettriche. Batterie, assali, motori elettrici, fuel cell, moduli di potenza e inverter.
Innovazione e spirito di Olivetti alla Loccioni
La forza della Loccioni, azienda da 120 milioni di fatturato e dieci sedi estere sparse per il mondo, non è solo nell’affidabilità dei test, ma nell’innovazione. Anche con scelte coraggiose. Per Toyota l’azienda marchigiana ha progettato un sistema per testare un motore elettrico che potesse arrivare fino a 20mila giri al minuto. Nessuno prima di loro ci aveva provato. Per Audi ha invece realizzato un sistema per il collaudo delle fuel cell a idrogeno, che verrà installato su tutti i nuovi modelli.
L’innovazione e la vocazione internazionale, nello spirito di Enrico Loccioni, premiato nel 2008 come “imprenditore olivettiano dell’anno” dall’Associazione archivio storico Olivetti, vanno di pari passo con l’attenzione alla comunità e al territorio. Ogni anno l’azienda ospita mille studenti per incontri di formazione e orientamento. In media due dei 450 “collaboratori”, come chiamano i dipendenti da queste parti, si mettono in proprio ogni anno. Per Loccioni non è la perdita di un investimento, ma un’altra opportunità di crescita per Angeli di Rosora.