L’ombra lunga dello statalismo sul caso dei medici di Bari

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L’ombra lunga dello statalismo sul caso dei medici di Bari

L’ombra lunga dello statalismo sul caso dei medici di Bari

25 Ottobre 2023

Il caso dei medici del Policlinico di Bari chiamati dall’ispettorato del lavoro a restituire soldi per avere lavorato troppo durante il Covid, tra straordinari, ferie e riposi non goduti, rappresenta la faccia del paradosso di uno Stato “pesante” che finisce con l’imporre l’astratto rispetto della norma anche in fasi di emergenza, come è stata quella della pandemia.

Per lunghi mesi si è detto che ne saremmo usciti tutti migliori, più uniti ed affratellati. Chi ha scordato le canzoni urlate dai balconi, le tombole condominiali? E ancor più il commovente impegno – anche a discapito della propria vita – di tanti medici che hanno vissuto, in prima fila, giorni e giorni a combatte il male? Sono stati chiamati “eroi col camice bianco”. Adesso, invece, scopriamo che per le norme astratte e senza vita che appesantiscono l’esistenza, per alcuni non erano eroi, ma trasgressori delle regole.

Fortunatamente l’intervento, la moral suasion di Mattarella e il pronto intervento del governo hanno evitato il danno per i medici finiti sotto “osservazione” e il discredito della cosa pubblica.

Quando la razionalità della norma finisce con diventare paradossale non c’è formalismo che possa giustificarlo.

L’indignazione generalizzata – che fortunatamente è scattata – si è fermata, però, dinanzi al gorgo profondo che la vicenda ha fatto emergere.

Dal punto di vista delle norme, forse, il provvedimento adottato contro i medici avrebbe avuto una sua fondatezza in tempi normali. Ma durante la pandemia il governo Conte ha adottato una serie di misure straordinarie emergenziali che hanno persino limitato le libertà individuali. Si poteva chiedere, burocraticamente ai medici, di rispettare i turni, per questioni amministrative?

La questione è più profonda. Tra leggi, norme, leggi in deroga, provvedimenti regionali e comunali, sulla testa del cittadino pendono – dicono gli esperti – almeno 150mila divieti (una stima per difetto, probabilmente).

Uno stato burocratico e pesante che, secondo il sogno dei vecchi socialdemocratici, deve accompagnare il cittadino dalla “culla alla bara”. E così è avvenuto.

L’ombra lunga dello statalismo imperversa in ogni ambito. Anche a destra, come è emerso da alcuni provvedimenti del governo sugli “eccessi” dei profitti bancari, sulle tariffe aeree. Essere liberali nei fatti, e non solo a parole, non è facile.

E così si arriva al paradosso della vicenda dei medici.

La buona politica non è quella che si illude che produrre un divieto al giorno sia segno di capacità di governo, ma al contrario, significa avere capacità di visione, lasciando al cittadino la possibilità di sprigionare le proprie capacità.

Facile a dirsi, poiché lo statalismo esasperato impera da sinistra (e non è una sorpresa) a destra. E non a caso il grande filosofo liberista Friedrich von Hayek dedicò il suo capolavoro “La via della schiavitù” è ai “socialisti di tutti i partiti”.

Gratta e gratta e scopri che l’approccio statalista e dirigista aleggia in ogni poro della politica.