L’Onorevole Conte, che mandava armi agli ucraini, in piazza con i pacifisti
06 Novembre 2022
L’onorevole Conte è il leader del movimento 5 Stelle che per 5 volte ha votato per l’invio di armi agli ucraini. Perché il suo partito sosteneva il Governo Draghi. Ieri, Conte era in piazza a Roma per la manifestazione pacifista contro la guerra. “Di armi ce ne sono state tante,” ha detto l’onorevole, “adesso quel momento è superato e continuare con l’invio rischia di portare all’escalation”.
Conte ha anche sottolineato che i manifestanti “hanno lanciato forte il loro grido per un negoziato di pace”. Ma ci sono due modi per arrivare alla pace. C’è la pace frutto della vittoria. Quella che gli ucraini si stanno guadagnando giorno dopo giorno con il proprio sangue, facendo i guardiani dell’Europa. C’è la pace della sconfitta, quella che evidentemente ha in mente l’onorevole Conte. La resa di Kiev, dell’Occidente e dei suoi valori di libertà .
Conte ha anche redarguito il ministro Crosetto sul sesto invio di armi all’Ucraina. “Noi gli diciamo che visto che è stata votata una risoluzione che impone al governo di avere un confronto in Parlamento, non si azzardi questo governo a fare un ulteriore invio di armi senza venire a confrontarsi in Parlamento”. Se mai il confronto parlamentare dovesse esserci, sarà interessante capire come voteranno Lega e Forza Italia.
Nel comunicato della manifestazione di Roma c’è anche la richiesta al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace. “Per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari”. Giacché ci siamo, “ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso”.
Intanto, mentre nelle piazze italiane si accendono le candeline, e il Pd di Letta si divide tra la piazza pacifista di Roma e quella per l’Ucraina di Milano, ai confini dell’Europa qualcuno combatte per noi. Con la luce e il riscaldamento a rischio, altro che caro bollette. Dopo le bombe gli stupri di guerra le deportazioni di bambini.