
L’Opec getta la maschera e si schiera coi nemici dell’Occidente

06 Ottobre 2022
L’Opec+ sceglie di tagliare la produzione di greggio, una mossa che farà salire ulteriormente il prezzo del petrolio e che manda l’amministrazione Biden in confusione. L’alleanza che include i 13 membri dell’Opec, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, tra cui Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, più altri produttori, come la Russia, ha reso noto che si accinge al taglio della produzione di 2 milioni di barili al giorno (il 2% del fabbisogno quotidiano mondiale).
Una decisione che condurrà inevitabilmente verso nuovi, incontrollati aumenti dei costi energetici. Gli effetti di questa clamorosa decisione non sono però limitati al solo aspetto economico. Da mesi, l’amministrazione Usa guidata da Joe Biden suggerisce, minaccia, intima a mezzo stampa ai paesi dell’Opec+ di non prendere decisioni sulla strada del taglio alla produzione, in uno scenario drammatico per i costi dell’energia, a causa dell’invasione russa in Ucraina.
Alla fine di settembre, Amos Hochstein, inviato speciale per l’energia della Casa Bianca, è stato a Gedda, per discutere con i vertici sauditi una serie di questioni legate alla sicurezza energetica. Un meeting istituzionale di alto profilo, che avrebbe dovuto dare seguito operativo alla visita di luglio del presidente Biden. Un viaggio in terra saudita, quello del presidente statunitense, che aveva scatenato critiche e polemiche, a causa dell’incontro con il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman. Un ampio sforzo di lobbying e di diplomazia, portato avanti anche a costo di dare legittimità e riconoscimento a un personaggio discusso come il principe ereditario, che però, a quanto pare, non ha pagato e rischia di travolgere l’amministrazione Biden sulla politica estera in un mare di polemiche.
Non ha portato i frutti sperati nemmeno l’intervento del segretario al Tesoro, Janet Yellen. L’ex numero uno della Federal Reserve era stata incaricata di interloquire direttamente con i ministri delle finanze dei alcuni stati del Golfo, tra cui Emirati Arabi Uniti e Kuwait, per cercare di convincerli che un taglio alla produzione sarebbe stato molto dannoso per l’economia globale. Oggi la Casa Bianca parla, attraverso la portavoce Karine Jean Pierre, di decisione “errata” e che rivela un Opec+ “allineato con la Russia”.
La contromossa di Washington più immediata sarà probabilmente quella di immettere greggio preso dalle proprie riserve strategiche nel circuito energetico globale, ma l’amministrazione Biden ha fatto sapere che si stanno valutando “azioni responsabili aggiuntive” e che lavorerà d’intesa con il Congresso “per limitare il controllo dell’Opec sui prezzi dell’energia”. Le preoccupazioni di Biden sono tutte rivolte alle elezioni di Midterm. E’ altamente probabile che i prezzi del petrolio in tutto il mondo aumentino, trascinando al rialzo anche i prezzi alla pompa, con un grave danno per i consumatori statunitensi, già alle prese con la pressione inflazionistica. Secondo il Financial Times, la decisione dell’Opec+ arriva “dopo che l’Ue ha accettato la proposta americana di un tetto sui prezzi delle esportazioni petrolifere russe”, un chiaro segnale politico che l’Opec dissente dalla possibilità di mettere un tetto al prezzo del gas, danneggiando lo sforzo occidentale di ridurre le entrate che Mosca impiega per alimentare la guerra in Ucraina. Si tratta di “un momento significativo nella storia ultrasettantennale dell’alleanza energetica tra Usa e Arabia Saudita”, il commento del Financial Times.