
Made in Italy in 10 selfie, alle imprese sostenibili servono competenze

20 Giugno 2022
Imprese e territori protagonisti. L’Italia è una potenza in materia di economia circolare e sembra quasi non farci caso. I 10 selfie che ogni anno vengono scattati dalla Fondazione Symbola sullo stato di salute del made in Italy e del tessuto produttivo locale ci restituiscono un’immagine del Belpaese decisamente più in forma di quello che spesso viene raccontato.
“L’Italia dei 10 selfie 2022” fotografa, attraverso dati selezionati dai principali rapporti della Fondazione Symbola e da quelli di una selezionata rete di partner associativi, dieci punti di forza del nostro Paese. Il dossier è realizzato in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero, con il patrocinio del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e del ministero della Transizione ecologica.
Da quanto emerge dal report, non mancano le criticità ma le imprese del made in Italy, grazie a filiere fortemente radicate sui territori, tengono la barra dritta e crescono.
Anzitutto, l’Italia è più green di quanto si creda: il nostro è il Paese europeo con il più alto tasso di riciclo sul totale dei rifiuti speciali e urbani (79,4%), un valore superiore alla media europea (48,6%) e a quello di Germania (69,1%), Francia (66,2%) e Spagna (48,7%). Un risultato in grado di determinare una riduzione annuale delle emissioni pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2.
Realacci: “Imprese italiane protagoniste del futuro tra innovazione e tradizione”
“Il nostro Paese – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. I 10 selfie sono un racconto che vuole essere un promemoria e un’agenda. C’è molto da fare ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone. Possiamo farlo dentro la missione che si è data l’Europa con il Next Generation EU, per rispondere alle crisi tenendo insieme coesione, transizione verde, digitale. Dobbiamo farlo rafforzando nel mondo un percorso di cooperazione e di pace oggi indebolito. Per costruire insieme, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, un mondo più sicuro, civile, gentile come è scritto nel Manifesto di Assisi”.
I 10 selfie del made in Italy: dalle piastrelle agli occhiali
Vediamoli questi primati e cerchiamo di capire cosa raccontano del sistema delle imprese, grandi, medie e piccole, del made in Italy.
- L’Italia vanta il primato nella produttività nell’uso delle materie prime con un punteggio di 268 punti su 300, un dato superiore alla media Ut (147 punti) e a quello di Germania (157), Francia (152), Spagna (142).
- Il più grande operatore al mondo nelle rinnovabili non è tedesco o danese ma italiano. L’Enel, anche per questo, è la prima società elettrica privata per capacità gestita.
- Negli ultimi 5 anni sono state ben 441.000 le imprese che hanno mobilitato investimenti a favore di prodotti e tecnologie green. Si tratta di un’ossatura imprenditoriale forte e solida perché propensa a innovare, esportare e creare valore e occupazione.
- In tema di bellezza e saper fare non temiamo rivali. L’Italia è leader nel design e al primo posto al mondo per numero di siti nella lista dei patrimoni dell’umanità. Ad oggi, dei 1154 siti riconosciuti dall’Unesco in 167 Paesi del mondo ben 58 sono in Italia, seguono Cina (56), Germania (51), Francia e Spagna (entrambe 49).
- L’Italia è terza al mondo per livello di specializzazione nell’aerospaziale e leader nell’osservazione della terra.
- In agricoltura è avanti nella sostenibilità con emissioni (30 milioni di tonnellate di CO2) nettamente inferiori a Francia (76 milioni di tonnellate) e Germania (66 milioni di tonnellate).
- Anche l’agroalimentare contribuisce come ci si aspetterebbe. L’Italia, infatti, con 842 denominazioni è prima in Europa per prodotti agroalimentari e vitivinicoli registrati e protetti: 581 DOP, 257 IGP, 4 STG.
- L’Italia è al quarto posto per valore delle esportazioni di macchine utensili per la lavorazione dei metalli: con 2.945 milioni l’export italiano rappresenta l’8,2% del totale delle esportazioni mondiali (+12,2% rispetto al 2020).
- E’ il primo Paese al mondo per valore dell’export di piastrelle in ceramica (5,24 mld), seguito da Cina (3,47 mld), Spagna (2,90 mld), India (1,30 mld) e Turchia (731 mln), detenendo il 31% del valore delle esportazioni totali.
- L’Italia è seconda al mondo per valore dell’export nel settore occhiali (3,93 mld) dopo la Cina (4,41 mld). La produzione, destinata per oltre il 90% alle esportazioni, ha segnato nel 2021 un +4,5% sul 2019. L’Italia è prima al mondo per esportazioni e produzione di occhiali da sole e montature nella fascia alta di prodotto, con una quota di mercato che supera il 70%.
Un capitalismo dei territori e delle imprese, tanto vitale quanto innovativo che, però, sebbene sembri reggere a ogni urto vede comunque affacciarsi delle sfide. Tre i principali punti interrogativi: i rincari dell’energia e la scarsità delle materie prime, una condizione pesantemente influenzata dalle conseguenze del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, e il reperimento di personale qualificato, che pesa in particolare sul settore della meccanica.