
Mamma, voglio fare lo sviluppatore (ma anche l’idraulico perché no)

16 Dicembre 2022
di Redazione
I giovani italiani sono più accorti di quel che sembra. Stanno fiutando il fatto che vaste aree del sistema universitario producono disoccupazione di massa, scarse competenze spendibili sul mercato del lavoro e poca innovazione tecnologica. Così non snobbano più i mestieri tecnico-pratici, specie se ad alta specializzazione. È quanto emerge da una ricerca condotta da Skuola.net assieme ad Amplia Infrastructures, società del Gruppo Autostrade per l’Italia.
La ricerca di Skuola.net
Una quota significativa di studenti prossimi al diploma sembra pronta a intraprendere quelle professioni per le quali molte aziende faticano tremendamente a trovare personale qualificato. Per questi giovani oltre alle questioni legate alle competenze richieste c’è anche il desiderio di bilanciare al meglio vita personale e lavorativa, oltre a un buon livello retributivo. La ricerca copre un campione di 2.600 studenti delle scuole superiori. 1 futuro diplomato su 5 dice di voler scegliere professioni tecnico pratiche anche come primissima scelta (6%) o comunque sulla base di percorsi formativi, prospettive di carriera o di stipendio (13%).
Il 53% del campione resta totalmente contrario a lavori del genere (53%). Tra gli aspetti legati a questa scelta, il 15% del campione pensa di farlo per avere maggiori chance di trovare un lavoro in tempi rapidi. L’11% per il tipo di curriculum richiesto (con meno teoria e più pratica). Il 10% per i guadagni. Da sottilineare che circa il 30% del campione pensa di non avere le capacità manuali minime per affrontare una sfida del genere.
Una nuova prospettiva sui lavori tecnici e pratici
Sfatati comunque i pregiudizi sui lavori tecnico-pratici. La maggior parte dei ragazzi ha un’immagine positiva di tali lavori. Oltre 1 giovane su 2 pensa che non siano sottopagati ma che invece abbiano stipendi medi, in linea con tante altre attività. Circa 1 su 6 ritiene che possano essere altamente retribuiti. Quasi tutti sono convinti che le stesse professioni consentano di conciliare il cosiddetto work-life balance. A lanciare la volata al gruppo dei sostenitori dei mestieri tecnico-pratici sono soprattutto i maschi, mentre le femmine si avvicinano ancora con eccessivi timori a questi percorsi. Tra i ragazzi la quota dei favorevoli sale al 26%, oltre 1 su 4; tra le ragazze ci si ferma al 17%, sotto la media.
I maschi guardano in massa all’ambito digitale elettronico (30%), le femmine sembrano nettamente più orientate per i settori chimico, farmaceutico, alimentare (21%). Tra le alternative, 16% dei ragazzi punta a settori come i trasporti (automobilistica, aeronautica, ferroviaria) oppure i servizi alberghieri e della ristorazione (al 9%). Le ragazze mettono al secondo posto, a pari merito, ristorazione e alberghi e l’industria elettronica e digitale (12% dei voti). E poi ancora l’industria manifatturiera, quella delle costruzioni e l’artigianato.
Questi dati raccolti da Skuola.net sono un ottima notizia. Sta finendo il tempo di tante lauree con lode appese in salotto per tranquillizzare i genitori sul proprio futuro lavorativo. Dagli idraulici agli operai specializzati passando per gli sviluppatori, avanza una nuova generazione di lavotori senza pregiuzi. Cerchiamo di evitare che si trasfrormino in nuovi Neet.