Mario dice no alla fiera degli scostamenti di bilancio
13 Settembre 2022
Alla fiera degli scostamenti di bilancio sono pochi a non iscriversi, ma Draghi non vuole cedere. Siamo il Paese con la finanza pubblica più scassata dell’eurozona, eppure ogni piè sospinto si apre la gara a chi offre di più. Nessuno indica le coperture, nessuno spiega puntualmente perché l’unica via sia l’ampliamento del debito pubblico. Soprattutto considerando che nell’ultimo trimestre il Pil è cresciuto dell’1,1% e del 4,7% su base annua. Secondo l’economista Lorenzo Codogno, questa performance è sufficiente a scongiurare una recessione.
Parliamoci chiaro, non è che gli italiani non abbiano dei problemi in questo periodo storico. Imprese e famiglie sono davvero in difficoltà. Ma allora i partiti dovrebbero farsi un esame di coscienza. Perché chi oggi chiede lo scostamento di bilancio ha fatto cadere il governo Draghi, il miglior esecutivo dell’ultimo decennio? Come possono Conte, Salvini e Berlusconi pretendere che il primo ministro tolga loro le castagne dal fuoco, per giunta creando un problema ai conti pubblici?
Ebbene, forse è il momento di fare sul serio. La campagna elettorale non è la campagna di marketing di un detersivo, sono le fondamenta dei prossimi cinque anni di democrazia. L’economia non è una “cosa” di cui si occupano pochi economisti, ma è ciò che determina la qualità della vita dei cittadini. I dibattiti parlamentari non sono risse utili a tornare in fretta alle elezioni, sono ciò che tiene vivo il nostro Stato democratico. Se questi leader, o meglio portatori insani di follower, smettessero di inseguire in consenso e decidessero di essere guida responsabile, l’Italia sarebbe un Paese migliore anziché il regno del populismo. Chissà se accadrà…