
Meloni in Moldavia smonta le vecchie critiche della stampa estera

03 Giugno 2023
L’intervento di Giorgia Meloni in Moldavia è una pietra sopra le vecchie critiche della stampa estera al governo italiano. Vediamo perché. Il 12 ottobre del 2022, poche settimane dopo il voto alle elezioni politiche in Italia, la autorevole rivista Foreign Policy titolava “Why Russia is the Big Winner in Italy’s Election“. Secondo l’establishment della stampa internazionale, nonostante la risolutezza con la quale Giorgia Meloni si era schierata al fianco della Ucraina invasa dai russi, la destra italiana sarebbe rimasta nel campo dei ‘putiniani’ europei. Il nuovo primo ministro italiano non avrebbe retto alle pressioni interne della sua coalizione, tra quanti in passato avevano tessuto le lodi dello zar o in qualche maniera giustificato l’aggressione di Mosca contro Kiev.
L’Italia al fianco dell’Ucraina
Eppure quattro mesi dopo, nel febbraio del 2023, a seguito delle polemiche tra il presidente ucraino Zelensky e Silvio Berlusconi sulla natura della ‘operazione militare’ (“non doveva attaccare il Donbass”), Meloni dice con chiarezza: “Per me valgono i fatti e i fatti sono che qualsiasi cosa il Parlamento italiano è stato chiamato a votare a sostegno dell’Ucraina i partiti della maggioranza l’hanno votata”. L’Italia “non tentennerà” nel sostegno a Kiev.
Dal momento in cui è diventata presidente del consiglio in avanti, Meloni ha deluso tutte le aspettative dei suoi critici sulla stampa estera, schierando l’Italia al fianco della Ucraina, Mentre quella coalizione di destra-centro che avrebbe dovuto sfasciarsi si è rafforzata, come abbiamo visto recentemente.
Meloni ha portato a Kiev la notizia della risoluzione unitaria presa all’unanimità dalla commissione Esteri della Camera sul riconoscimento dell’Holodomor come genocidio perpetrato dall’URSS verso il popolo ucraino all’inizio degli anni Trenta del secolo scorso. Il 23 marzo, il Governo italiano ha usato il “Golden power” mettendo il veto su un accordo che avrebbe consentito al colosso tecnologico russo Yandex di assumere il controllo di un fornitore di servizi cloud pronto a operare in Italia. Soprattutto, abbiamo approvato i trasferimenti di armi all’Ucraina, compresi quelli di sofisticati sistemi di difesa aerea.
Meloni in Moldavia, “Europa è una civiltà”
Due giorni fa nel castello di Bulboaca, in Moldavia, a 20 chilometri dal confine ucraino, durante il vertice della Comunità politica europea, il presidente del Consiglio Meloni ha dichiarato che l’Italia vuole l’ingresso di Ucraina, Moldavia, Georgia e dei Balcani Occidentali nella Unione europea. “Questo vertice è molto importante per ribadire che l’Europa è soprattutto una civiltà,” ha spiegato la premier. L’Italia pur cercando una pace giusta tra Kiev e Mosca continua ad essere “in assoluta prima fila nel sostegno all’Ucraina”. Interrompere il sostegno occidentale a Zelensky, significherebbe legittimare l’invasione.
Nicolas Farrell sullo Spectator ha descritto “l’incapacità dei media globali di riconoscere – per non dire di scusarsi – quanto si erano sbagliati nell’aver messo in guardia il mondo dal fatto che l’Italia era sull’orlo di una presa del potere da parte della estrema destra, ergo fascista”. Si può aggiungere che quegli stessi media non hanno compreso neppure che in Italia la battaglia per la difesa della libertà degli ucraini oggi rappresenta il pilastro valoriale di un moderno e pragmatico partito conservatore europeo. Fedele all’Alleanza atlantica e a una idea di Occidente unito contro regimi e autocrazie che minacciano la sicurezza internazionale.