Negli appelli al presidente Draghi un orizzonte politico

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Negli appelli al presidente Draghi un orizzonte politico

Negli appelli al presidente Draghi un orizzonte politico

17 Luglio 2022

Uno. La crisi aperta dal partito di Conte fa solo perdere altra credibilità ai partiti, alimentando la sfiducia degli italiani verso la politica. Non è una novità. I giorni passano e John Doe non comprende le ragioni della crisi. Conte ieri ha lanciato un nuovo ultimatum al presidente Draghi ma se il governo cade non sono a rischio solo le riforme per la attuazione del Pnrr.

Crollerebbero come un castello di carte i provvedimenti dei 5 Stelle e della sinistra di governo. In un misto di personalismo e demagogia che abbiamo imparato a conoscere ai tempi delle dirette su Facebook, pressato dalla base cinese del partito, Conte sembra pronto ad archiviare Superbonus, reddito e salario minimo.

Due. La crisi politica arriva in un momento di profonda incertezza economica. Tra costi energetici e carrello della spesa che aumentano, margini di profitto delle imprese che si riducono, insieme alla spesa delle famiglie. Tra inflazione, aumento dei tassi, spread e dichiarazioni poco concilianti dei ‘falchi’ tedeschi sul cordone da stringere della borsa europea.

Così si rischia di bruciare la ‘ripresina’ trainata dal turismo, dal settore delle costruzioni e dagli altri pezzi del sistema industriale italiano che innovano e diversificano. L’impressione insomma è che Conte si sta scavando la tomba da solo.

Tre. Anche la nettezza con cui il presidente Draghi ha rassegnato le dimissioni potrebbe non essere compresa fino in fondo dagli italiani: Mattarella infatti ha respinto le dimissioni. E allora? Sarà difficile far ingoiare agli italiani un altro governo tecnico con un premier senza la statura di Super Mario. Da dove ripartire?

Fanno riflettere gli appelli di queste ore al presidente Draghi affinché torni sui suoi passi se ci saranno le condizioni politiche per andare avanti. Gli appelli dei moderati in Parlamento, degli imprenditori e dei sindaci. Un fronte della responsabilità che in modo ancora disorganico segna comunque un orizzonte politico verso il voto.