Nel partito di Conte le hanno viste le previsioni di crescita del Pil?

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Nel partito di Conte le hanno viste le previsioni di crescita del Pil?

Nel partito di Conte le hanno viste le previsioni di crescita del Pil?

16 Luglio 2022

Mentre la stabilità europea è appesa alla faida dentro al partito di Conte, arrivano i dati di Bankitalia. Apprendiamo che nel secondo trimestre di quest’anno l’Italia cresce. La previsione sul Pil al 2022 è del 3,2% (meno dell’uno se il criminale di guerra del Cremlino dovesse tagliare il gas).

Dunque in 17 mesi il Governo Draghi ha portato fuori l’Italia dalle restrizioni imposte dalla pandemia. Ha rimesso in moto il Paese. Cercato di fronteggiare le ricadute della invasione russa in Ucraina sulle economie europee.

Giusto in tempo per piombare in una crisi politica al buio perché, come dice la sora cecioni al bar, adesso il partito di Conte prende qualche mezzo punto in più nei sondaggi.

Che fa se l’eurozona va a ramengo, come al solito grazie alla stabilità italiana, diranno che è colpa dei banchieri e dell’establishment di Bruxelles. Che fa se i mercati e le imprese e chi lavora sono sempre più nervosi, questi sporchi capitalisti pagheranno il conto.

Cosa fa se la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen ripete di aver “enfatizzato la collaborazione” con Draghi in questi mesi di lavoro. E se la vicepresidente Vestager sottolinea i frutti della collaborazione con i ministri Colao, Franco e Cingolani. Presto le istituzioni europee dialogheranno con davvero grandi statisti.

Che fa se salta il patto tra le parti sociali, se rallentano decreto anti-crisi, tamponi per bollette e benzina, chissene della prossima manovra, vedremo dopo Algeri chi andrà in giro per il mondo a diversificare il fabbisogno energetico.

Che fa se in questo vuoto pulcinellesco non si vede all’orizzonte manco lo straccio di una leadership, li faremo votare su Rousseau perché così funziona la democraziah. Aspettiamo di vedere come andrà a finire mercoledì dopo che Mattarella ha respinto le dimissioni di Draghi. Ma l’orologio corre all’indietro e ben presto i partiti torneranno a stracciarsi le vesti piagnucolando davanti al presidente della Repubblica un altro giro di giostra.