Nell’ultimo Cdm sì a tre progetti su rinnovabili, ma il nodo burocrazia andava affrontato prima

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Nell’ultimo Cdm sì a tre progetti su rinnovabili, ma il nodo burocrazia andava affrontato prima

Nell’ultimo Cdm sì a tre progetti su rinnovabili, ma il nodo burocrazia andava affrontato prima

11 Ottobre 2022

Nell’autunno più caldo sul fronte energia e caro bollette, il premier Mario Draghi, nell’ultimo Consiglio dei Ministri da lui presieduto, prima di passare il testimone al suo successore, ha proposto il via libera per tre impianti energetici da fonti rinnovabili. Il tutto senza passare dal provvedimento di valutazione d’impatto ambientale (VAS).

“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi – si legge in una nota di Palazzo Chigi – , in seguito alla complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, ha deliberato l’approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale per tre progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili (energia eolica, fotovoltaica e geotermica)”.

I tre impianti sono “Lucignano” (geotermico), da realizzare nel Comune di Radicondoli (SI); “Lesina-Apricena” (eolico), che insisterà sui territori dei Comuni di Poggio Imperiale e San Paolo di Civitate (FG); infine “Gomoretta” (eolico), da realizzarsi in agro dei Comuni di Bitti (NU), Orune (NU) e Buddusò (SS).

La possibilità di snellire i tempi burocratici per la realizzazione delle infrastrutture, sostituendo a ogni effetto il VAS, è garantita dall’articolo 7 del decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022. Ben venga, quindi, la decisione assunta dal Cdm, su proposta del presidente Draghi, nell’ottica di semplificare i procedimenti di  autorizzazione  degli impianti  di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili.

Procedimenti la cui macchinosità e lentezza oggi, in piena crisi energetica, rappresentano un lusso che l’Italia non può permettersi. Viene però da chiedersi perché aspettare l’ultimo Consiglio dei Ministri della presidenza Draghi per imprimere l’accelerazione che serve al nostro sistema produttivo, per contrastare in parte gli effetti del caro bollette e della dipendenza dalla materia prima russa.

Promuovere la transizione energetica significa anche liberare le potenzialità imprenditoriali nel settore delle rinnovabili da una lentezza burocratica insostenibile e oggi anche terribilmente antieconomica. Diventa perciò fondamentale una revisione strutturale delle procedure che creano colli di bottiglia e immobilizzano progetti di realizzazione di infrastrutture per le rinnovabili da migliaia di euro per anni.