Nucleare, l’Italia è leader nella ricerca nonostante la sinistra

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Nucleare, l’Italia è leader nella ricerca nonostante la sinistra

Nucleare, l’Italia è leader nella ricerca nonostante la sinistra

24 Aprile 2022

Tutta l’Europa sta cercando un modo per emanciparsi dalla fornitura di gas e petrolio dalla Russia, ma in pochi stanno pensando di soddisfare il proprio fabbisogno energetico con un tipo di energia a bassissimo impatto ambientale: quella nucleare. Nel nostro Paese non parliamone nemmeno. Alla sola idea paventata la rincorsa ad aggiudicarsi il premio dell’antinuclearista del giorno è diventata affollatissima. Nonostante l’ingiustificata demonizzazione, soprattutto da sinistra, l’Italia è leader nella ricerca sul nucleare.

La ricerca di Elsevier

Elsevier, uno degli editori scientifici più importanti del mondo, ha fatto una ricerca partendo da più di 70mila paper di ricercatori europei. Il risultato per l’Italia è strabiliante: secondo posto in Europa , dietro la Germania, e settimo nel mondo nell’ambito del contributo accademico per lo sviluppo di nuove tecnologie in campo nucleare. In particolare, gli studi italiani sono risultati eccellenti nella ricerca sugli sviluppi della fusione nucleare e sul magnetoplasma. Si tratta di elementi in grado di rilanciare il nucleare in chiave ecologica, infatti sono il motivo che che ha spinto l’Ue a inserirlo nella propria tassonomia.

Il nucleare, l’Italia e i fondi europei

L’Italia ha ottenuto addirittura un terzo dei fondi europei destinati al nucleare dal 2010, mediamente si tratta di una media di 10 progetti finanziati l’anno. Situazione completamente diversa per quanto riguarda i brevetti, classifica in cui l’Italia si classifica agli ultimi posti. Siamo a 125 rispetto ai 1000 della Francia e agli 810 della Germania, c’è quindi una distanza enorme con gli altri grandi paesi.
Come si può spiegare questo divario tra ricerca e brevetti? Semplice, è difficilissimo trovare un riscontro applicativo a causa della forte avversione ideologica, così gli ottimi risultati della nostra ricerca trovano applicazione altrove. Non stiamo solo rinunciando a un enorme potenzialità, ci stiamo sabotando da soli. Non riusciamo a emanciparci dal gas russo e paghiamo lautamente l’energia, prodotta proprio con il nucleare e con la nostra tecnologia, alla Francia, che continua a investire.
Prima o poi l’Italia dovrà aprire una discussione sul nucleare seria e svincolata dai pregiudizi ideologici, ne va anche del nostro futuro geopolitico.