Papa Ratzinger, l’ultimo saluto

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Papa Ratzinger, l’ultimo saluto

Papa Ratzinger, l’ultimo saluto

Roma si è svegliata, nelle prime ore della mattina del 5 gennaio, avvolta dalla nebbia. In alto si faceva fatica a scorgere i contorni delle statue di marmo che sovrastano più in basso la grande Piazza San Pietro. Il luogo simbolo della fede del mondo cattolico. La fede più diffusa al mondo. Per tutta la notte migliaia di fedeli in fila. In attesa, per partecipare ai funerali del Papa emerito Benedetto XVI.

Nei giorni precedenti l’omaggio, dicono le cronache, di oltre 200 mila persone, fedeli, uomini e donne a rendere omaggio al papa proveniente dalla Germania. Dalla cattolicissima Baviera, il papa che aveva retto per 8 otto anni le sorti del mondo cattolico in un momento particolare, difficile della nostra storia recente. Papa Ratzinger era succeduto a Giovanni Paolo II. Si era dimesso, caso unico nella storia della Chiesa. Diventando così il papa Emerito.

In piazza San Pietro stamattina c’erano oltre 60 mila persone. Più di 400 vescovi, 120 cardinali e quasi quattromila sacerdoti. Il ricordo di Benedetto XVI affidato a papa Francesco nella messa e nell’omelia. Il giornale inglese, il Times, stamane in prima pagina ricordava che in piazza San Pietro c’erano decine e decine, centinaia di rappresentanti, leader, presidenti, governatori, re e regine che erano arrivate nella Città eterna per partecipare ai solenni funerali.

Un momento storico, l’ultimo saluto terreno ad un papa. Il suo ricordo. La sua storia. Ratzinger era nato 95 anni fa. E’ stato un punto di riferimento e lo sarà nell’avvenire, della dottrina della Chiesa Cattolica. Libri, testi. Innumerevoli scritti. L’affermazione di una fede che forse l’uomo moderno ha smarrito negli ultimi tempi ma che rappresenta comunque le radici, un sicuro appiglio per l’uomo di oggi. Sempre più smarrito e insicuro nell’affrontare le sfide del presente e del futuro.

Eppure, ancora oggi, il cammino della fede cattolica continua a fondersi, intersecarsi a doppio filo con il cammino della vita odierna. Eventi storici, drammi sociali, anche scandali e infiniti problemi. Dall’altra parte, la solidità della fede. Gli scritti di papa Ratzinger sono lì a testimoniarlo. Il mondo occidentale non sarebbe quello che è stato, e quello che è senza il cristianesimo. Errori compresi.

Il problema della divisione tra scienze e fede un certo scienziato, Albert Einstein, l’aveva risolto così. Appena arrivato, fuggito dalla Germania nazista negli Stati Uniti, al termine di una lezione all’università, sosteneva che la nascita dell’universo era dovuta ad una quantità inimmaginabile di possibilità, incredibilmente, impossibile da spiegare. Uno studente gli fece una domanda più che provocatoria. “Allora lei vuole dirci che crede nei miracoli?”. “Io non credo assolutamente nei miracoli, io sono uno scienziato”. Poi, continuò, “Io credo che ogni giorno sia un miracolo”.

Si racconta che la grande giornalista italiana, ma che preferiva vivere in America, Oriana Fallaci si incontrasse con Papa Ratzinger. Lei che era, si definiva atea, che non risparmiava davvero critiche, non l’aveva mai fatto, alle religioni del mondo, Chiesa cattolica compresa. Per dirsi cosa? Di che cosa parlassero non si sa. Ed è probabilmente giusto non saperlo. Le alte mura della città del Vaticano sono lì a proteggere le parole, gli sguardi degli incontri tra la grande giornalista laica, testimone del nostro tempo e il Papa Emerito.

Oggi in piazza San Pietro c’erano oltre 600 giornalisti. Televisioni, emittenti, siti web. quotidiani. Il mondo della comunicazione che vuole raccontare la morte, i funerali di un Pontefice. Al di là di muri, divisioni, problemi, ostacoli, follie dell’uomo di oggi. Altrimenti non si spiega l’impegno di termini di telecamere. Parole, commenti. Un grande avvenimento. Un grande fatto. Da raccontare e tramandare. Come si dice in gergo ‘da coprire’ a livello mediatico.

La notizia che diventa storia. Nel film “The Post” si narra la battaglia del quotidiano di Washington per pubblicare la notizia su come l’amministrazione Nixon nascondesse le vere ragioni della guerra in Vietnam all’opinione pubblica. La frase finale del film pronunciata dall’attrice Meryl Streep, che interpretava la proprietà del giornale, è più significativa: “Abbiamo fatto sì che il giornalismo diventasse la prima pagina della storia. Abbiamo fatto un buon lavoro”.

Oggi in piazza San Pietro c’era una delle notizie che diventa storia. Per questo il tutto andava raccontato. Dall’informazione, dalla comunicazione alla fede. Al credere. Forse la vera notizia da dare. Papa Francesco che celebra la messa, il funerale del suo predecessore.

Alle 8 e 50, la bara contenente le spoglie mortali di Benedetto XVI nella basilica vengono portate sul Sagrato. Le campane a morte risuonano nella grande piazza ormai gremita prima dell’inizio del rosario. Ogni gesto, frase, è un atto di fede nella storia delle religione cattolica. Papa Francesco è il terzo pontefice in carica a celebrare i funerali del suo predecessore dopo Pio VI e Pio VII.

Aleggia la consapevolezza che al di là del rito, con la morte di Benedetto XVI, se ne va una parte di noi, del nostro vivere, dei giorni passati. Il trascorrere delle stagioni. Le immagini televisive e via web riportano i lievi gesti di un papa con gli occhi curiosi. Frasi lievi, pronunciate senza enfasi durante la sua lunga vita.

Ed ora la frase finale dell’omelia di Papa Francesco appena pronta e già passata, consegnata alla storia: “Benedetto fedele amico dello sposo che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce”. Al termine della cerimonia, le decine di migliaia di fedeli iniziano a lasciare piazza San Pietro ancora protetta da un sistema di sicurezza impressionante. Migliaia di agenti di polizia. La protezione imposta dai pericoli rappresentati dal mondo moderno.

Anche i potenti della terra lasciano i loro posti occupati durante i funerali. Si torna alla cosiddetta normalità. Le frasi, i gesti, il rosario, la messa e l’omelia di Papa Francesco che aleggiano ancora nell’aria. Pensieri che rimangono lì a testimoniare l’importanza di quello che è appena accaduto. Tutte quelle persone, i fedeli, sono stati testimoni di un avvenimento umano, di fede che rimarrà nella storia. La grandezza della fede.

E’ il momento dei commenti. Del voler capire, interpretare. Frasi, con il supporto delle immagini di ciò che è appena accaduto. E’ tutto importante. E’ tutto da ricordare come un testamento unico e irripetibile. Eppure c’è una immagine ricca di umanità e di fede. Un’immagine, e una frase, quella dell’arcivescovo padre Georg, l’uomo che, più di ogni altro, è rimasto accanto negli ultimi anni, nella fede, a Papa Ratzinger.

Padre Georg che si inginocchia vicino alla bara contenente i resti mortali di Papa Ratzinger sul sagrato di San pietro prima di baciare quella bare. Poco prima padre Georg aveva pronunciato le seguenti parole: “Ha vissuto amando il Signore fino alla fine”. Ed è forse questa la vera notizia.