Perché il Centro è come l’araba fenice
07 Ottobre 2024
Periodicamente, dalla fine della Prima Repubblica, nel dibattito politico si affaccia la “resurrezione” del Centro: il luogo della moderazione, del confronto e del compromesso. Della ricerca e della comprensione delle ragioni degli altri. Il sogno è quello di resuscitare “mamma Dc”, la cui fortuna per decenni era frutto degli accordi di Yalta: Italia, con l’ala moderata, con l’Occidente e i neo-fascisti ai margini; i comunisti con l’Oriente, e destinato all’opposizione perenne. Un sistema – al di là degli scandali – che ha retto per decenni, fino allo spappolamento dell’Unione Sovietica che ha reso quasi ininfluente il ruolo dell’Italia come frontiera dell’Occidente.
Le conseguenze? La Dc perde centralità; il cittadino si libera delle catene dell’ordine internazionale e si guarda attorno: nascono così la Lega e poi Forza Italia. Il resto è cronaca: la stagione di “mani pulite”, la “fine” del proporzionale, i primi vagiti del maggioritario. Fenomeni che spaccano la società: o di qua o di là, a destra o a sinistra. Così gli innumerevoli tentativi di resuscitare un Centro autonomi sono falliti. L’ultimo, il Terzo polo, di Renzi e Calenda, non ha avuto miglior sorte, e non solo a causa dell’istrionismo dei due leader.
Ma le cause della dissolvenza del Centro appaiono più strutturali, più profonde. L’opinione pubblica è sempre più frammentata, l’elettore indossa una casacca, si comporta da “tifoso”, come ha detto recentemente la sondaggista Ghisleri, e si pone a sinistra o a destra “a prescindere”. Il proprio campo potrebbe commettere qualsiasi genere di nefandezza, ma il cittadino non cambierebbe opinione. Tetragoni, con il proprio leader. Al massimo, può scegliere di cambiare sponda ma nel proprio campo. Accade a destra con il travaso di voti tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. E a sinistra, con il Pd che sta rimarginano la ferita inflittagli dal primo grillismo.
In tale contesto, i centristi si muovono, creano movimento come lombrichi rinchiusi in un sacco. Forza Italia, che cerca di riaffermare un’anima moderata, riformista e liberale, per convinzione e non, non riesce a trovare una strada autonoma rispetto agli alleati ingombranti; i moderati di sinistra, o accettano l’egemonia della Schlein o sono destinati al naufragio. Il Centro è un vecchio ricordo del Novecento. In molti Paesi europei monta l’ondata di estrema destra. E negli States incombe il ritorno di Trump. La democrazia del nuovo tempo è aggressiva, lascia poco margini alle “anime belle”. Da una parte o dall’altra, e il Centro appare sempre più come l’araba fenice che non riesce a spiccare il volo.