Persona non grata? Aumenta la pressione diplomatica sull’Iran
22 Dicembre 2022
Si intensifica la pressione internazionale sull’Iran. Un nuovo caso di violenza contro una giovane manifestante scuote l’opinione pubblica e le cancellerie e impone scelte più decise, contro le violazioni dei diritti e i brutali soprusi di cui si sta macchiando Teheran nei confronti di manifestanti inermi.
Ieri il Centro per i Diritti umani in Iran ha denunciato la terribile sorte a cui è andata incontro la 14enne Masoomeh. La ragazza è arrivata in un ospedale della periferia di Teheran con una grave emorragia vaginale e morta subito dopo. La sua colpa, agli occhi delle brutali milizie islamiche, quella di essersi tolta il velo a scuola.
La 14enne voleva commemorare il coraggio di Mahsa Amini, la 22enne arrestata dalla polizia morale perché non portava l’hijab in modo appropriato. Mahsa è morta il 16 settembre per le percosse ricevute mentre era in custodia.
Arrestata e portata in carcere, Masooumeh sarebbe stata violentata durante la custodia e morta poco dopo. Una fine straziante che la madre ha provato a denunciare andando incontro a una sorte incerta, visto che anche di lei si sono perse le tracce.
Ragazze, teenager, nemmeno attiviste, ma semplici adolescenti che chiedono il diritto alla vita, alla partecipazione, alla democrazia.
Secondo i dati dell’associazione degli attivisti dei diritti umani iraniani Hrana, sono almeno 69 i minorenni morti durante le repressione delle proteste. In tutto hanno perso la vita 506 persone, tra cui 66 membri delle forze di sicurezza, mentre gli arrestati sono oltre 18mila.
Diplomazie in pressing su Iran: “Basta violenza”
Ma ora sul regime degli ayatollah le nubi si fanno più dense. L’indignazione internazionale sta montando e da più parti sta nascendo la consapevolezza che potrebbe diventare sempre più difficile giustificare atteggiamenti incerti o votati al compromesso.
“Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato”, ha affermato ieri il presidente Sergio Mattarella in un messaggio alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato oggi che “quello che sta avvenendo in Iran è inconcepibile, una vergogna inaccettabile”. Tajani ha ribadito la “linea durissima” dell’Italia “a difesa delle donne contro le violenze che subiscono”.
Cosa farà Roma con il nuovo ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Irann, Mohammad Reza Sabouri? Attualmente Sabouri è direttore generale per gli Affari economici al ministero degli Esteri e il suo appare un profilo orientato proprio verso le questioni economiche e commerciali. Ma nel suo curriculum si legge anche del precedente incarico di capo della diplomazia iraniana in Bielorussia.
“Appena si insedierà, convocherò l’ambasciatore iraniano per dire che quello che sta accadendo è inaccettabile”, ha spiegato Tajani. Il titolare della Farnesina ha tuttavia invitato alla prudenza “prima di rompere le relazioni diplomatiche”. Bisogna “tenere aperta la porta della diplomazia” con Teheran perché c’è un negoziato sul nucleare in corso e “rischiamo di favorire l’escalation”.
Ad oggi, nonostante tutte le violazioni dei diritti umani commesse dal regime iraniano, nessun paese occidentale ha richiamato i suoi rappresentanti dall’Iran. Né i Paesi europei, né gli Stati Uniti hanno chiuso le loro ambasciate o rotto i rapporti diplomatici con il regime omicida e sterminatore di bambini, ragazzi e donne dell’Iran.
L’Occidente continua a guardare inerme questa strage. Come già avvenuto altre volte in Iran negli anni scorsi quando il regime è stato messo sotto pressione dal malcontento e dalle proteste popolari. Più giorni passano, più le vittime aumentano, maggiore è il senso di inadeguatezza che proviamo davanti alla incapacità di reagire delle democrazie occidentali.