Piccoli bulli crescono. Ma la colpa di chi è?

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Piccoli bulli crescono. Ma la colpa di chi è?

07 Giugno 2009

I genitori di una quinta elementare sono chiamati dagli insegnanti perché in classe si sono verificati fatti spiacevoli. Sono iniziate le parolacce, poi gli insulti, rivolti soprattutto alle ragazze da parte dei maschi e infine, cosa ancora più grave, alcuni di loro sono entrati in messanger e prendendo l’identità di una compagna, che inopportunamente aveva svelato la sua password, hanno insultato pesantemente alcuni di loro, facendo ricadere la colpa sull’ingenua ragazzina,che il giorno dopo, si è vista emarginata e detestata dalle sue migliori amiche che erano state attaccate con volgarità singolari.

La sorpresa vera doveva ancora arrivare per gli insegnanti! Infatti, alla riunione, richiesta ai genitori, per trovare strategie e soluzioni utili per i comportamenti dei ragazzi; su venticinque genitori, erano presenti solo sette. Le sorprese non erano ancora finite. Gli assenti facevano sapere, dalla rappresentante di classe che non avevano tempo da perdere e che sicuramente i loro figli non erano i responsabili, dunque, la loro presenza era inutile. I genitori presenti, erano un po’ seccati di essere lì riuniti. La riunione ha portato ai seguenti risultati: la mamma della ragazza ingenua è stata aggredita, poiché, per colpa sua, loro erano lì a perdere tempo; poi sono state aggredite le maestre che davano importanza a fatti banali che accadono tutti i giorni. Inoltre alcuni erano quasi contenti di quanto era accaduto, perché, era la dimostrazione che i ragazzi stavano crescendo. In ultimo, la ciliegina sulla torta, la scuola non ha saputo dare le regole!

Ora le domande sono tante, sono gli insegnanti che devono controllare cosa fanno i ragazzi a casa? Sono ancora loro che devono spiegare che vuol dire privacy? Sono gli insegnanti che trasmettono l’etica ai ragazzi? Sono sempre loro che devono fare lezioni sulla legalità? Forse si potrebbe dire che, anche gli insegnanti, hanno questo compito, ma sicuramente, assieme, e non al posto dei genitori. Gli insegnanti hanno spiegato ai genitori che non erano uno o due, i ragazzi, come avevano dichiarato gli stessi, a organizzare questo scherzo, così l’hanno chiamato!  Era quasi tutta la classe. I docenti quindi volevano trovare una sanzione giusta che permettesse ai ragazzi di capire l’errore, e riparare il danno.

I genitori hanno iniziato a litigare, per quale doveva essere la punizione! La cosa che li terrorizzava particolarmente era togliere il computer per un periodo, cosa avrebbero fatto, nei tempi vuoti? E l’altra preoccupazione, non farli soffrire troppo! Il fatto già non esisteva più! A chi importa, se una ragazza è accusata ingiustamente di aver detto pesanti insulti. Se è emarginata, se non riesce più a dormire e non vuole più andare a scuola? Se le amiche non credono più in lei? Certamente non a questi genitori, che sono stati allontanati perché non trovando, e soprattutto non volendo arrivare ad un accordo, si sono presi quasi a parolacce. Non ci si può chiedere perché i ragazzi si comportano in un certo modo; essi, infatti, imparano quello che vivono, assorbendo gli esempi dei propri genitori. Inoltre la vicenda testimonia anche l’impotenza della scuola, che anche se punirà i ragazzi, sarà, com’è accaduto, delegittimata dalle famiglie. Che cosa accadrà a questi ragazzi che si sentono sempre difesi e assecondati nel fare quello che vogliono? Lo leggiamo tutti i giorni nelle pagine della cronaca.