Più autonomia per far crescere Roma

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Più autonomia per far crescere Roma

Più autonomia per far crescere Roma

20 Settembre 2022

Una pioggia di finanziamenti, a cominciare dal Pnrr, per infrastrutture strategiche ed edilizia sta per investire Roma, con l’obiettivo di trasformare la Capitale in una realtà moderna e innovativa. 

Il Pnrr prevede, su uno stanziamento complessivo di 220 miliardi di euro, circa 108 miliardi a favore del settore delle costruzioni. Si tratta di quasi il 50% dell’intero Pnrr. A Roma andrà il 5% degli stanziamenti, pari a 5,5 miliardi.

Nonostante l’allarme di Ance Roma su uno scenario reso fragile e confuso dal rincaro dei materiali, insieme alle inefficienze burocratiche e alle continue modifiche al codice degli appalti, la mole di investimenti in viaggio verso la Capitale appare un’occasione più unica che rara per una trasformazione completa del tessuto urbano e sociale. Come recentemente sottolineato da Antonio Ciucci, presidente dell’associazione costruttori di Roma, però, non va trascurato il fatto che il Pnrr “è uno strumento complesso da applicare in tempi stretti, sotto la rigida sorveglianza dell’Europa che richiama al rispetto delle scadenze”. 

Nel comparto del turismo, i ritmi sono tornati rapidamente a quelli pre pandemia. Dall’Ue sono arrivati 500 milioni nell’ambito del progetto Caput Mundi, per la promozione e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della capitale, da spendere – o almeno destinare – entro il 2026. Nell’intero 2022 si attende un arrivo complessivo di 16 milioni di turisti, come l’ultimo anno prima del Covid. Una vivacità in termini di presenze che spinge l’industria dell’ospitalità verso l’avvio di nuovi progetti. Nel settore della ricettività, sono 220 le nuove operazioni in atto per ampliare l’offerta. 

Non solo. Nel 2025 Roma si troverà a gestire un nuovo Giubileo. Gli investimenti, già partiti, ammontano a 1,3 miliardi di euro. E se la gestione dei rifiuti continua ad essere un argomento molto “caldo”, una prima risposta potrebbe arrivare dal nuovo piano, con uno stanziamento di 1,3 miliardi, dei quali 700 milioni destinati alla realizzazione del nuovo termovalorizzatore. 

Investimenti, gestione del ciclo dei rifiuti, riqualificazione edilizia. Tutti tasselli fondamentali per consentire a Roma di giocarsi le proprie chance quando, nell’autunno del 2023, sarà decisa la città che ospiterà Expo 2030. La Città Eterna è candidata e a ballare sono ben 6 miliardi, la dotazione che viene destinata alla metropoli che riesce ad accaparrarsi l’evento. 

Le altre aspiranti sono agguerrite: la dinamica Busan, la ricca Riad, per non parlare di Odessa. Nel 2023 la guerra potrebbe essere finita e l’esposizione universale assegnata alla città simbolo del conflitto in corso è una suggestione forte.  

Liberare le energie progettuali della Capitale, per avviare percorsi di spesa dei fondi europei virtuosi ed efficienti, significa però anche consentire ai livelli istituzionali più autonomia nell’attivazione e nella gestione degli investimenti. 

Senza una maggiore autonomia per Roma, l’immensa mole di stanziamenti in arrivo rischia di impantanarsi nella palude burocratica che ogni giorno frena, rallenta e limita progetti e sviluppo.