Puglia. Coinvolti tre o quattro parlamentari nell’inchiesta sulla Sanità
10 Settembre 2009
di redazione
Tre o quattro parlamentari sarebbero coinvolti nelle indagini sulla corruzione nella sanità pugliese, ma i nomi non saranno svelati fino a quando non si concluderanno le indagini. A rivelarlo sono stati i magistrati alla delegazione della Commissione d’inchiesta del Senato, che due giorni fa è andata in missione a Bari per raccogliere materiale e informazioni.
Dopo poco più di un’ora di incontro il senatore Giuseppe Astore (Idv), vicepresidente della Commissione e incaricato da Ignazio Marino (presidente della Commissione) di coordinare i lavori a Bari, è riuscito a sapere dai magistrati Giuseppe Sclesi e Roberto Rossi che – a parte molti esponenti locali collussi – ci sono alcuni dirigenti nazionali e tre o quattro parlamentari coinvolti nell’inchiesta.
Entro un paio di settimane ci dovrebbe essere un secondo round senatori- procura durante il quale, con ogni probabilità, saranno svelati i nomi. Per adesso i pm hanno consegnato un’ampia documentazione alla Commissione: si tratta delle carte relative a quattro delle diverse inchieste in corso, ma da quanto emerso non ci sarebbero atti secretati, "ma tutti documenti già a disposizione dei legali. Si tratta di materiale necessario per inquadrare il problema a livello generale", hanno spiegato in procura.
"Ci hanno dato spontaneamente alcuni documenti — ha confermato al termine della riunione lo stesso Astore —, è stata solo una presa d’atto, in un clima di reciproca collaborazione. C’è un pool che lavora con discrezione e che mi sembra anche molto equilibrato nel suo lavoro. Hanno raccontato su che cosa vertono le indagini che stanno eseguendo, con i dovuti segreti e i dovuti distinguo, come è normale che sia". E appunto fra "i dovuti segreti" ci sono anche i nomi dei parlamentari coinvolti, che secondo le indiscrezioni dovrebbero essere di entrambi gli schieramenti (pare due o tre del Pdl, uno del Pd).
L’accordo verbale è che i pm, dopo aver effettuato verifiche sul ruolo di questi parlamentari, sveleranno i nomi alla Commissione, qualora ritengano che ci siano "elementi probanti a loro carico per andare avanti con l’inchiesta". I senatori, anche quelli del Pdl della Commissione, hanno dunque dato tempo alla procura di effettuare altri accertamenti.