Qualcuno spieghi a Tridico che il reddito di cittadinanza lo pagano i contribuenti
12 Luglio 2022
La legislatura del reddito di cittadinanza e Quota 100, due sciagure, si sta avviando al termine, forse anticipato a causa dei capricci di Conte. Il Movimento 5 stelle ha perso tanti pezzi dall’inizio della legislatura, inclusi l’ex capo politico, Di Maio, e molti nominati eccellenti, vedi Parisi, Arcuri e Vecchione. Ciononostante, è rimasto un pilastro: Pasquale Tridico all’Inps.
Il reddito di cittadinanza è un fallimento
Tridico è considerato il papà del reddito di cittadinanza e, come tutti i genitori, è pronto a difendere il pargolo senza curarsi dei contribuenti, che hanno sborsato ben 23 miliardi per il provvedimento bandiera dei 5 Stelle. Basti pensare allo scorso novembre quando lui stesso asserì che “il reddito di cittadinanza funziona, le politiche attive no”. Peccato che questa misura assistenziale abbia sia la componente di sostegno al reddito che quella delle famigerate politiche attive. Quindi, di fatto, nemmeno per Tridico funziona. Nel 2021, solo il 10% dei percettori ha ricevuto un contratto temporaneo, per lo più trimestrali. Ma è tutta colpa delle politiche attive, certo! Come se i centri per l’impiego rigorosamente pubblici e i navigator non fossero parte del disegno stesso del reddito di cittadinanza.
Tra l’altro le criticità sono ulteriori e molteplici, spaziano dalla mancata ponderazione del sussidio in base al potere d’acquisto, che sfavorisce i poveri del nord, all’assenza di requisiti che impediscono le truffe a monte. Su quest’ultimo aspetto vale la pena soffermarsi. Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza, ha comunicato i dati inerenti ai 29 mila falsi poveri percettori del reddito. Costoro, smascherati dalle Fiamme Gialle, hanno percepito 171 milioni in modo indebito e 117 milioni in modo fraudolento. Eppure, per Tridico sono “strumentalizzazioni”.
Più soldi pubblici per tutti, è iniziata la campagna elettorale
In questo scenario, con ‘Giuseppi’ che chiede garanzie a Draghi sul mantenimento del reddito di cittadinanza così com’è, Tridico ieri ha provato a fare un assist ai grillini (o ciò che ne rimane). “L’Inps è pronta ad allargare il reddito di cittadinanza a chi ha perso da poco il lavoro”, ha annunciato. “La bozza di provvedimento è sul mio tavolo, spero possa essere discussa in Parlamento al più presto, forse già alla fine di questo mese. Ciò permetterà ai disoccupati in particolari situazioni, percettori di sussidio di disoccupazione o disoccupati da oltre 18 mesi, di accedere al reddito.”
Ma non finisce qui, Tridico rilancia anche sul salario minimo. “Un’ulteriore ragione che induce a preoccuparsi del fenomeno della povertà lavorativa è il fatto che, chi è povero lavorativamente oggi, sarà un povero pensionisticamente domani”, ha dichiarato. Niente politiche demografiche, niente superamento della logica dei CCNL, niente taglio delle pensioni immeritate. Sì alla promessa di ulteriori soldi pubblici per tutti, senza coperture ovviamente. Ma non c’è da sorprendersi, è iniziata la campagna elettorale.