Questa campagna elettorale ha superato ogni limite di civiltà

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Questa campagna elettorale ha superato ogni limite di civiltà

03 Giugno 2009

Gli italiani si aspettavano una campagna elettorale molto accesa. Le questioni europee discusse nelle piazze assieme alle questioni locali. Le rivalità, i localismi, le beghe, gli interessi e le certezze ideologiche. E su tutte il riflesso di un confronto politico nazionale molto serrato: sicurezza, immigrazione, scuola, giustizia, riforme, crisi economica, piano casa, ricostruzione dell’Abruzzo, precariato, lavoro, welfare e federalismo. Ce ne sarebbe stato sin troppo. Le possibilità di esasperare i toni anche così non sarebbero mancate, ma una campagna elettorale così incivile forse non se l’aspettava nessuno.

Sin dall’inizio della sua segreteria, Franceschini ha accentuato la sua opera di demolizione sistematica dell’azione di governo. E’ intervenuto sulla crisi economica giudicando inefficaci gli interventi dell’esecutivo. Ha volutamente ignorato gli appelli del Capo dello Stato che invitava ad offrire, su questioni di congiuntura internazionale, estranee quindi alle responsabilità politiche nazionali, un comune impegno per sostenere il Paese e per favorire la ripresa dell’economia. Poteva essere un modo nobile per far rientrare le paure e per salvare posti di lavoro, ma la serietà è mancata ancora una volta.

La recessione è per molti versi crisi di fiducia dei consumatori. Il timore di difficoltà economiche frena i consumi ed induce alla prudenza. Quando la contrazione dei consumi diviene  eccessiva, blocca la domanda e frena di conseguenza la produzione. Se si produce di meno, però, si tagliano posti di lavoro e si riduce il monte salari e quindi le risorse economiche destinate ai consumi e così si crea ulteriore recessione. E’ un effetto a catena da cui si esce solo con il ripristino della normalità nelle abitudini di spesa dei consumatori: cioè fuori dal panico e con la fiducia. Seminare panico, pertanto, è azione semplicemente criminosa.

L’Italia non ha avuto grossi problemi con il sistema bancario. I portafogli di banche e risparmiatori non sono stati invasi da quei sofisticati congegni finanziari che avevano trasformano debiti in crediti e che creavano flussi di denaro fittizio. La ripresa è così correlata solo al ripristino delle abitudini di spesa.

Dal PD ci si aspettava più responsabilità per la scelta moderata che era alla base delle motivazioni della sua fondazione: ha passato invece il suo tempo ad estremizzare le questioni ed a diffondere panico. I suoi leader si sono posti sulla scia pregiudiziale e reazionaria di un Di Pietro qualsiasi, benché smentiti dalla Commissione Europea, che ha invece apprezzato gli interventi del nostro Governo.

Colpisce l’indifferenza mostrata verso il Paese come, ad esempio, i balletti di Veltroni ed Epifani sulla questione Alitalia, a spese del futuro della Compagnia di bandiera e dei suoi lavoratori.

Franceschini, come Epifani, soffia ancora sul fuoco dei problemi, demonizza tutte le iniziative di Berlusconi e annuncia gravi pericoli incombenti. Il piano casa, osteggiato dalle regioni governate dalla sinistra, stenta a decollare. In Abruzzo ogni impegno è passato al setaccio e si fomentano rancori e rivendicazioni. Oltre all’impegno della ricostruzione si deve provvedere anche ad arginare le strumentalizzazioni dell’opposizione. E’davvero penoso, soprattutto se si pensa alle prove di incapacità offerte in ogni occasione dai governi e dalle amministrazioni di sinistra.

La sinistra, con lo scopo di denigrare il Governo, strumentalizza e disinforma su tutto: dalle parole del Presidente di Confindustria Marcegaglia, a quelle del  Governatore della Banca d’Italia Draghi, benché abbiano apprezzato l’azione del Governo ed invitato a dar avvio a quelle riforme che la sinistra invece frena.

Tutta questa animosità a sinistra era scontata. Nessuno si aspettava che i lupi diventassero agnelli. Questa in corso, però, è una campagna elettorale senza precedenti. E’ all’ultimo colpo basso, e costi quel che costi. Questioni private, discriminazioni sulle scelte, campagne di delegittimazioni, attenzione alle questioni più intime. Uno sguardo dal buco della serratura alla ricerca di immagini e di sguardi, di presenze e di eventi. Somme di danaro richieste e/o promesse per foto, per dichiarazioni, per messaggi telefonici compromettenti, per vizi privati ed intime abitudini. Una moglie inquieta ed usata, Fotografi e giornalisti sguinzagliati alla ricerca di qualcosa in più di uno scoop: alla ricerca della pistola fumante anche di legno, di cartone, di sabbia, uno strumento qualsiasi pur di poter insinuare il minimo dubbio.

Una campagna elettorale trasformata in uno squallido e deprimente gossip, messo in piedi dai referenti delle caste e da coloro che hanno dato prova solo di saper mettere le mani nelle tasche dei contribuenti italiani.