Riconoscimento internazionale per Silvio Berlusconi

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Riconoscimento internazionale per Silvio Berlusconi

20 Febbraio 2010

Mentre in Italia ci sono alcuni balordi per non dire altro che si permettono di affiggere manifesti col volto del presidente del consiglio con la scritta sotto: appuntamento a piazzale Loreto, all’estero Berlusconi viene lodato per il suo impegno internazionale, è il caso della Pajamastv, www.pjtv.com, network americana, in una intervista Michael Ledeen, giornalista e scrittore della Foundation for Defense of Democracies (FDD) afferma che Silvio Berlusconi é il più coraggioso dei leader occidentali. E’ stato l’unico ad avere coraggio di affermare verità scomode e politicamente scorrette sul mondo di oggi come sulla civiltà islamica, l’Iran e Israele. Per questo motivo va considerato uno dei più grandi fenomeni politici del nostro tempo.

Infatti l’intervento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella Knesset, il Parlamento israeliano, é stato un vero trionfo. Un discorso incisivo e ispirato che ricorda quello del 2006 al Congresso Usa. Silvio Berlusconi, ha scritta una pagina di storia molto importante. Parlare nella Knesset è un onore riservato a pochi, che dovrebbe inorgoglire tutti gli italiani, che colma di gioia quanti si sono battuti per il rispetto della sicurezza israeliana, vedendo nella stella di David un simbolo di libertà e rispetto per l’umanità. (Davide Giacalone, Israele e l’Iran, 3.2.2010 Legnostorto).
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ringraziato Israele di esistere, “Questo Parlamento rappresenta la più straordinaria vicenda del Novecento. Voi rappresentate ideali che sono universali, siete il più grande esempio, se non l’unico, di democrazia e di libertà nel Medio oriente, un esempio che ha radici profonde nella Bibbia e nell’ideale sionista. Grazie di esistere”.

Berlusconi ha manifestato pubblicamente di stare dalla parte di Israele senza se e senza ma. Ha fortemente criticato la politica terroristica del governo iraniano di Ahamadinejad, che ogni giorno continua a minacciare di distruggere Israele, negando apertamente la Shoah, lo ha paragonato ai nazisti. Berlusconi ha assicurato il suo impegno per la “più ampia intesa a livello internazionale” volta a “impedire e sconfiggere i disegni iraniani”. Definendo "la sicurezza di Israele e il suo diritto di esistere come stato ebraico una scelta etica e un imperativo morale". Non è concepibile che la comunità internazionale assista impassibile all’armamento atomico dell’Iran e nello stesso tempo alle minacce nei confronti di uno stato riconosciuto internazionalmente. Su questo punto non si possono ammettere cedimenti.

“Non sono parole facili – quelle di Berlusconi – o di circostanza, perché siamo il primo partner commerciale dell’Iran e perché il governo Prodi, sventuratamente e nel silenzio quasi generale, inviò una lettera ufficiale con la quale riconosceva il diritto iraniano a essere potenza regionale. Una pura follia, che fece impallidire la politica filoaraba di stampo andreottiano. Il premier italiano auspica di vedere Israele membro a pieno titolo dell’Unione Europea. Per Berlusconi Israele é uno "stato libero e democratico in tutto eguale alle democrazie europee", il "simbolo della possibilità di far vivere la democrazia anche al di fuori dei confini dell’Occidente", un "avamposto della cultura europea e occidentale, che si basa sul primato della persona". E "per questo – ha aggiunto – la vostra esistenza risulta intollerabile ai fanatici", mentre "noi liberali di tutto il mondo vi ringraziamo per il fatto stesso di esistere".

Dopo l’11 settembre ha spiegato Berlusconi, "abbiamo compreso che la sfida del terrorismo è rivolta contro tutti gli stati democratici e dell’Occidente, e contro i Paesi arabi moderati". Per questo occorre che tutti i popoli della terra siano uniti nella difesa della democrazia libera dal fanatismo, dal pregiudizio e dalla violenza che strumentalizza il nome di Dio. Quindi Berlusconi ha definito "franca, aperta e reciproca" l’amicizia che lega l’Italia a Israele, "non solo verbale, ma un mito dell’anima e viene dal cuore". E’ un imperativo che ci accomuna e che deriva dalla nostra fede e dalla cultura giudaico-cristiana".

"La battaglia per la sicurezza e l’esistenza di Israele è inseparabile dalla battaglia per la pace" e "di fronte alle minacce contro Israele e il suo popolo l’Italia non è indifferente".
Israele è già Europa, e non solo perchè i suoi club calcistici partecipano alla Champions Leage, è un pezzo della nostra storia, un brano della nostra carne. Per questo abbandonarla sarebbe un suicidio. Infine Berlusconi ha auspicato che il processo di pace israelo-palestinese, continui.
Berlusconi inoltre ha ricordato il sostegno italiano alla soluzione dei "due Stati" che vivano "in pace e in sicurezza l’uno accanto all’altro".

Il dialogo di Berlusconi con Israele è stato ignorato dai nostri politici di sinistra, tranne che da Peppino Caldarola che lo ha definito il fiore all’occhiello della politica estera del centrodestra. Per anni la sinistra italiana ha sottovalutato la svolta filo-israeliana del Cavaliere – scrive Caldarola – Pochi scommettevano sulla sua durata, ancora meno sul suo spessore politico. Nessuno ha capito che si era anche creata una connessione sentimentale fra l’informalità della classe dirigente israeliana e l’imprevedibilità, che rompeva tutti gli schemi, del modus operandi del premier. Berlusconi ha prima degli altri occupato uno spazio vuoto nelle relazioni europee e occidentali di Israele, rompendone l’isolamento, e ha sempre tenuto la stessa posizione.

In poco tempo Israele, – continua Caldarola – abituata alle doppiezze dei governi Dc (che ne proclamavano la difesa ma aprivano canali con un indifferenziato mondo arabo), e le incertezze di una sinistra che non ha mai voluto rompere neppure con i movimenti più estremisti dell’area palestinese, si è trovata di fronte un interlocutore serio che ne ha preso le difese in tutti i consessi internazionali anche nei momenti di maggiore difficoltà. Conclude Caldarola Il probabile successo della visita in Israele di Berlusconi consegna alla sinistra italiana un problema in più. L’accoglienza che Gerusalemme ha riservato all’amico italiano e le parole di Berlusconi rivolte ad ammorbidire la parte arabo-palestinese costituiscono una novità con cui bisogna fare i conti. E forse, più che i conti, bisogna fare anche un’onesta autocritica. Aver privilegiato l’interlocutore arabo senza distinguere fra moderati ed estremisti e l’aver lasciato solo Israele nei suoi momenti più difficili della sua storia recente costituiscono i due buchi neri della politica estera del centrosinistra. (Peppino Caldarola, Italia-Israele, la cosa migliore dell’era Berlusconi, 3.2.2010 Il Riformista)

© Corriere del Sud