Rovigo, se insegnare diventa gestire l’ordine pubblico

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Rovigo, se insegnare diventa gestire l’ordine pubblico

Rovigo, se insegnare diventa gestire l’ordine pubblico

13 Gennaio 2023

La vicenda della professoressa di Rovigo colpita con un’arma ad aria compressa in aula dai suoi studenti dimostra una terribile verità. C’è un pezzo del nostro sistema della istruzione dove ormai la questione non è tanto quale piano di studio condividere con gli studenti, non è la didattica ma la gestione dell’ordine pubblico. La professoressa ha deciso di denunciare gli studenti. Una decisione forte e visto l’accaduto, condivisibile.

Il ministro Valditara sul caso Rovigo

Bisogna “ridare autorevolezza ai docenti, ripristinare la cultura del rispetto”, ha detto oggi il ministro della istruzione Valditara, e nello stesso tempo ridare ai docenti strumenti in grado di intervenire in classe per tutelare uno svolgimento in sicurezza della didattica. Valditara ha aggiunto che occorre “trattare economicamente meglio la figura del docente e quindi fare uno sforzo perché nel prossimo contratto ci siano le risorse per proseguire questo percorso di miglioramento salariale”. Infine che è necessario “lavorare anche sul contesto, con maggiore sicurezza e luoghi più belli”.

“La cultura del rispetto significa agire su cose concrete. Se mentre sono in classe e l’insegnante spiega posso filmare l’insegnante appena volta le spalle e deriderlo sui social, vengo a minare uno dei presupposti non del rapporto docente-studente, ma della stessa società”. “Stiamo cancellando una cultura del rispetto che invece deve partire proprio dalle scuole, che deve essere nei confronti degli studenti, ma anche dei beni pubblici”. Fin qui il ministro sul caso di Rovigo.

La posizione del Moige

Dal Moige, movimento genitori, apprendiamo invece che occorre fare “attenzione a non dare ulteriore amplificazione ad una brutta storia scolastica con la denuncia ai genitori dei ragazzi. In quanto essendo minorenni la denuncia ricade sui genitori, che in questo caso non sono direttamente responsabili del grave episodio avvenuto”. “E’ una problematica di stile, di didattica educativa, di tenuta educativa della classe. I genitori vi entrano attraverso un patto di coresponsabilità con la scuola che va rinnovato, dato che è fermo praticamente da oltre 15 anni”.

“Bisogna ripartire con un patto di corresponsabilitò educativa. La scuola e la famiglia devono necessariamente lavorare insieme, non è a colpi di denunce che si va avanti nel progetto educativo per i nostri ragazzi”. Non è a colpi di denunce che si va avanti, dice il Moige. Viene da chiedersi allora cosa pensano i genitori dei ragazzi che hanno preso di mira la professoressa con un’arma ad aria compressa.

Tutelare una didattica in sicurezza

Negli Usa, la settimana scorsa, un ragazzino di sei anni ha preso la pistola dalla cartella e ha sparato alla sua insegnante con cui stava litigando. Ferendola gravemente all’addome. L’Italia non è l’America. Ma bisogna rimettere gli insegnanti nelle condizioni di far rispettare l’ordine in classe. E i genitori dovrebbero essere dalla parte di chi sta in cattedra. Perché è da qui che inizia il rispetto verso gli insegnanti.