Se ci sono molti fannulloni la colpa è di certi partiti e di certi sindacati
17 Novembre 2008
di Carlo Meroni
Povero Renato! Ammetto che dopo avergli sentito dire a “Matrix” che l’impegno politico gli ha fatto perdere un premio Nobel per l’economia già praticamente vinto, me lo ha fatto risultare molto più simpatico rispetto al giudizio che ho sempre avuto di lui: uno scafato socialista (…o ex-socialista…) vecchio stampo che sa navigare in tutti i mari e sotto tutte le bandiere, basta che si arrivi nel porto giusto. Non è che sia mutato il mio giudizio su di lui, però quella bonaria cazzata del premio Nobel me l’ha reso molto più simpatico. E poi, socialista o no, chissenefrega: se il suo lavoro di modernizzazione della pubblica amministrazione darà i frutti che tutti attendiamo, non può che meritare il sincero plauso di tutto il paese.
Ma da oggi Renato Brunetta mi è ancora più vicino. Per la sua uscita a Montecatini è stato crocifisso da mezza Italia, ma sinceramente credo che abbia espresso un concetto degno del miglior Catalano, il filosofo dell’ovvio. Solo che in questo mondo occidentale dove si è costretti a camminare perennemente sulle uova per paura di urtare la sensibilità di qualcuno ad ogni mezzo passo, vedere un uomo politico (che quindi sa di avere anche una certa esposizione mediatica) esprimere anche i concetti più ovvi, mi sembra già una cosa dell’altro mondo. Ottima ed apprezzabile.
Cosa ha detto di strano il Ministro? Che la maggior parte dei fannulloni stanno a sinistra. Embè?
Io sono un dipendente. Pubblico o privato, ora non fa differenza. Mi piace avere la possibilità di andare al lavoro presto, timbrare il cartellino già prima delle 8, fare una capatina in ufficio, bermi il caffè coi colleghi e poi se ho da sbrigare due o tre commissioni in città lo posso fare tranquillamente: la mattina stessa e durante le ore d’ufficio. Ottimo vero? Due piccioni con una fava: gli affari miei e lo stipendio garantiti simultaneamente.
Inoltre, spesso al venerdì mi faccio fare un bel certificato da quel medico mio amico, e così mi godo tutto il weekend nella mia casa al mare. Infine la mia specialità: stare bene attento a far pendere dalla parte dei “diritti” la bilancia che regola i rapporti lavorativi fra me ed il mio capo. Per i “doveri” c’è sempre tempo!
Ogni tanto, si propone alla mia coscienza la questione del voto o dell’appartenenza politica. Non è che me ne freghi più di tanto. Destra e sinistra? Boh… Io sto dalla parte di chi mi fa fare i cavoli miei. Come si diceva? Franza o Spagna…
Beh, devo ammettere che negli ultimi trent’anni in certi sindacati ed in un paio di partiti politici ho trovato degli alleati infallibili per un fancazzista disonesto come me. Non so davvero come sdebitarmi, ma a loro bastano un voto una volta ogni tanto ed un piccolo contributo in busta paga che tanto, ho scoperto poi, già mi prelevavano!
Questo è l’archetipo della persona descritta dal Ministro, e vi assicuro (anche per esperienza personale) che se ne trovano a bizzeffe, impiego pubblico o privato che dir si voglia.
E’ ovvio, e perciò inutile fra persone intelligenti, specificare che esiste in Italia una grande maggioranza di persone serie, oneste, lavoratori e lavoratrici e che possiedono una loro precisa idea politica. Che può essere di destra, sinistra o centro. Non importa. Che conta è la serietà della persona ed il modo in cui, grazie proprio a questa serietà, essa si relaziona con tutti gli aspetti della sua vita, lavoro compreso.
Ma sono le mele marce che il ministro vuole stanare e debellare. Ed è naturale che se si parla di fannulloni, si parla di sindacati e partiti di sinistra; senza scandalo alcuno e senza che nessuno si stracci le vesti.
Non per colpa dei lavativi, ma per colpa dei suddetti sindacati e partiti. I lavativi non hanno particolari idee, se non quella di lavorare il meno possibile realizzando il massimo possibile o quella di ottimizzare i diritti e minimizzare i doveri.
Sono invece certi partiti e certi sindacati (soprattutto di sinistra, come nasconderlo?) che hanno fomentato questo malcostume. Miseramente cadute le ideologie degli anni ’60 e ’70, come potevano questi signori frenare l’inevitabile emorragia di consensi che avrebbero rischiato di subire? Difendendo gli indifendibili nascondendosi dietro sempiterni slogan sul “padronato affamatore”, sulla “lotta di classe”, sulla “coscienza critica delle masse lavoratrici”.
Per un po’ è andata bene, soprattutto quando in tempi di vacche grasse le assunzioni degli “amici” cadevano a pioggia. Poi, a vacche dimagrite, anche i dipendenti si son fatti furbi.
Hanno visto che chi faceva qualche sciopero in meno (specie quando si incrociavano le braccia per delle ragioni che faticavano a stare in piedi da sole), lavorava qualche ora in più, e cercava semplicemente secondo coscienza di fare il proprio dovere per il quale era pagato, veniva gratificato dall’azienda con incentivi e promozioni. Invece chi continuava a fare il duro e puro ad oltranza riscuoteva pure il plauso di tutta la nomenklatura, ma restava sempre l’ultimo stronzo dell’ufficio o dell’officina. E così, siccome gli agi della borghesia piacciono tanto anche a chi tiene alto il pugno chiuso, le iscrizioni ai sindacati sono calate, i voti alla lega aumentati e così via.
Per questo Epifani si è arrabbiato tanto con Brunetta: perché la colpa dei lavativi è sua, non dei lavativi stessi. Quelli ci sono stati e ci saranno sempre e dovunque. Mica solo in Italia. Ma se in Italia siamo così bravi da avere delle organizzazioni che aiutano chi non lavora e campa sulle spalle di chi invece si suda lo stipendio onestamente, come possiamo poi lamentarci che siamo circondati dai lazzaroni?
Veltroni vuol fare l’ammericano, specie ora che grazie alla sua cruciale prefazione del libro di Barack Obama ha contribuito alla vittoria democrats alle presidenziali usa.
Ma lo sa che se vuole fare il vero democratico, stile stelle e strisce, deve far scendere dal carrozzone PD i forcaioli manettari, i pacifisti ad oltranza ed i sindacalisti che pur di metterla in quel posto allo Stato esultano se un’azienda nazionale di primaria importanza va a rotoli davanti alla derisione del modo intero? Si lo sa. Ma sa anche che se tutti questi scendono dalla carrozza, il suo PD arriva a percentuali da UDC, o quasi.
Un oceano ci separa dagli Stati Uniti d’America. In tutti i sensi. Teniamoci quindi i nostri fannulloni, ben consci di chi siamo e da dove veniamo.
Lasciamo lavorare Brunetta, che se raddrizzasse la pubblica amministrazione compirebbe già un miracolo da equiparare a quello dei pani e dei pesci.
A Renà, altro che premio Nobel…