
Se l’autonomia diventa “divaricata”

09 Febbraio 2023
Per un meridionalista che non intende piangersi addosso, c’è una condizione imprescindibile affinché possa accettare la sfida dell’autonomia differenziata: non giocare con i dadi truccati”. Il Presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello, già ministro delle riforme del Governo Letta, torna sul tema della “autonomia differenziata”. In un editoriale apparso oggi sulle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno, Quagliariello elenca le condizioni affinchè la partita dell’autonomia venga considerata “praticabile”.
Anzitutto non mettere lo Stato fuori gioco. Esso dovrà sì devolvere poteri e competenze “a geometria variabile” a seconda degli ambiti d’eccellenza rivendicati dalle diverse regioni, ma dovranno essere forniti strumenti e mezzi per mettere lo Stato nelle condizioni di coordinare e armonizzare. “Se ciò non avvenisse è infatti facile prevedere che l’“autonomia differenziata” si trasformi assai presto in “autonomia divaricata” commenta il Presidente di Magna Carta.
In secondo luogo, è da considerare “del tutto insensato” che una regione richieda più autonomia in tutte le 23 materie presenti nell’elenco dell’articolo 117 del Titolo V della Costituzione. Il significato, per Quagliariello, sarebbe inequivoco: “essa non intende sviluppare delle proprie peculiarità nell’interesse suo e dell’intero Paese, bensì gli è stata piuttosto offerta una via surrettizia da percorrere per allentare i vincoli della solidarietà nazionale”.
Garantire infrastrutture adeguate nelle aree più svantaggiate al fine di recuperare terreno rispetto ai territori più strutturati e la questione delle risorse economiche rappresentano gli ultimi due temi fondamentali per garantire una autonomia che sia a vantaggio di tutte le regioni. In particolare è sui Lep (livelli essenziali di prestazione) che il testo di legge approvato in consiglio dei ministri presenta un’evidente contraddizione: “se l’articolo 8 afferma che l’autonomia differenziata deve esser realizzata a invariata di spesa, in precedenza, all’articolo 4, laddove si parla dei Lep, si afferma invece che qualora dalla loro previsione derivino maggiori oneri a carico della finanza pubblica, il trasferimento delle funzioni potrà avvenire solo dopo che i soldi necessari saranno stati trovati e stanziati” evidenzia Quagliariello.
Per sanare tale contraddizione e “per far uscire il Sud da un’ atteggiamento di vittimistico rivendicazionismo” per il Presidente di Magna Carta la strada è chiara: modificare il Titolo V in quelle parti che la realtà ha provveduto a smentire; promuovere un pubblico confronto in merito alle materie sulle quali ogni regione vorrebbe differenziarsi; soprattutto; chiedere al Governo di identificare assieme alle regioni quali prestazioni debbano essere obbligatoriamente garantite per poi stabilirne il costo sulla base di parametri oggettivi. Solo così la “partita” sarebbe davvero “leale”.