Sex Scandals and Double Standards
27 Novembre 2010
Molti anni fa il Corriere della Sera, il principale quotidiano italiano, ha pubblicato un editoriale in cui l’autore rimuginava su una tetra novella proveniente dalla Gran Bretagna riguardante un qualche importante uomo politico che, pizzicato in una liaison di natura sessuale, aveva visto la propria carriera rovinata. Il columnist italiano sottolineava con amarezza che si trattava soltanto dell’ultimo di una lunga serie di fantastici scandali del genere risalente alla vicenda di John Profumo e Christine Keeler (1969). Pensate, disse, gli inglesi ai più alti livelli della società erano immersi nel sesso fino al collo, mentre in Italia – la patria dei “Latin Lover” – non c’era stato uno scandalo sessuale decente per anni, forse per decenni.
Citai quell’articolo nel 1983, quando il leader socialista Bettino Craxi divenne presidente del Consiglio. “Ora c’è una speranza”, scrissi. Finalmente erano finiti gli anni dei noiosi e asessuati democristiani e l’Italia aveva un premier degno dello stereotipo nazionale. Della grande affezione di Craxi nei confronti dell’altro sesso si è scritto sempre molto poco, ma questa ebbe a giocare un piccolo ruolo nel 1985, in un famoso avvenimento noto come l’affare Achille Lauro. Una nave da crociera italiana con quel nome venne dirottata da una banda di terroristi palestinesi e uno dei passeggeri, un ebreo americano di nome Leon Klinghoffer venne spinto fuoribordo con la sua sedia a rotelle. Successivamente, i terroristi costrinsero la nave a dirigersi in Egitto. Lì presero possesso di un aeroplano e decollarono alla volta di Tunisi, dove c’era il quartier generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Mandammo alcuni aerei per intercettare il velivolo e lo costringemmo a dirigersi verso nord, in direzione della base NATO di Sigonella, in Sicilia. Il piano era di arrestare i terroristi e imprigionarli in Italia o di affidarli alle Forze Speciali statunitensi e condurli a Washington per processarli. In ogni caso, Craxi – che era alquanto filo –palestinese – avrebbe dovuto dare agli aerei (a quello dei terroristi e ai nostri) l’ok per atterrare sul suolo italiano.
Quando dall’Ambasciata americana a Roma cercarono di mettersi in contatto telefonico con Craxi era tarda notte, ma non ci riuscirono. Le ore intanto passavano e gli aeroplani erano a corto di carburante. Robert McFarlane, l’allora national security adviser, mi ordinò di “fare qualcosa”. Io e Craxi eravamo amici molto stretti, così chiamai l’Hotel Raphael a Roma dove lui occupava l’attico. Riuscii a far venire al telefono il suo assistente personale che mi disse che Craxi non si trovava lì e che non era possibile raggiungerlo. “Ascoltami, – dissi, ma qui sto parafrasando – si tratta di una questione seria e se stanotte muore della gente perché tu mi stai dicendo che non è lì quando in realtà si trova a letto con la solita donna nella stanza accanto, domani la tua fotografia sarà sulla prima pagina di tutti i giornali del mondo…”. E così, come per magia, Craxi prese la telefonata. Problema risolto. Beh, più o meno: il capo dei terroristi venne fatto allontanare dall’Italia, ma gli altri presero il carcere a vita.
Bisognava conoscere le passioni del presidente del Consiglio.
Mi sono ricordato di questa storia leggendo delle recenti scappatelle dell’attuale premier italiano Silvio Berlusconi. Vedete, Berlusconi e Craxi erano amici e alleati, e noi adesso sappiamo che hanno condiviso qualcosa di più delle passioni politiche. Tuttavia, la differenza tra allora e oggi è davvero molto grande. Ai tempi – parliamo degli anni Ottanta – sulla stampa italiana c’era poco e niente riguardo alla vita sessuale di Craxi, mentre oggi tutte le attività di Berlusconi finiscono sulle prime pagine. Oggi le cose sono diverse. Ed è persino plausibile, per quanto piuttosto improbabile, che saranno proprio gli scandali sessuali a far cadere il presidente del Consiglio italiano.
Questo è davvero un cambiamento. Quando gli scandali sessuali di Bill Clinton costituivano materia da prima pagina, i più noti commentatori italiani misero in ridicolo la rigidezza puritana degli americani e si dissero scioccati alla sola idea che il potere politico di un leader nazionale potesse essere messo a repentaglio da flirt perfettamente normali. Va da sé che c’era una componente puramente politica: la gran parte dei giornalisti italiani, come la maggioranza delle loro controparti americane, erano lealisti clintoniani. Le attuali versioni sono invece per lo più critiche nei confronti di Berlusconi.
Non riesco a non chiedermi com’è che reagirebbero se la stampa statunitense mettesse alla berlina il puritanesimo italiano ed esprimesse stupore alla sola idea che un premier regolarmente eletto possa trovarsi in difficoltà per essersi fatto vedere in giro con belle e giovani fanciulle. Infatti, molti dei più conosciuti commentatori italiani che oggi guidano la carica contro Berlusconi furono allora vigorosi difensori di Bill Clinton.
Tutto ciò si aggiunge a un altro segnale persino peggiore che riguarda la nostra cultura politica. Un tempo era possibile parlare delle differenze culturali che determinavano se l’attività sessuale fosse politicamente significativa o no. Per quella vicenda gli americani entrarono tutti in agitazione, mentre gli italiani la consideravano piuttosto normale e dunque politicamente insignificante. Adesso è tutta una questione di politica: uno scandalo a sfondo sessuale è davvero una gran cosa se non si gradisce la persona. Non è così se la persona in questione ti piace.
Senza dubbio tra allora e oggi esistono elementi comuni potenzialmente importanti. Se dovesse esplodere una qualche crisi e avessimo bisogno di raggiungere al telefono Berlusconi nel cuore della notte potrebbe rivelarsi cruciale in questioni di vita o di morte conoscere le sue abitudini notturne.
Mi chiedo se queste cose le insegnino nelle scuole di studi diplomatici avanzati. Vogliamo scommettere?
© Faster, Please!
Traduzione Andrea Di Nino