Stop and go, l’estate del Governo e lo sguardo all’Europa

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Stop and go, l’estate del Governo e lo sguardo all’Europa

Stop and go, l’estate del Governo e lo sguardo all’Europa

01 Settembre 2023

In una partita di calcio per manifesta inferiorità della squadra avversaria, spesso, quella più forte inizia a ‘giochicchiare’. Così il centrodestra, più o meno volontariamente, ha deciso di ‘arroventarsi’ in un’estate già calda di suo con una serie di ‘polemicucce’ che rappresentano l’abbrivio della guerra di posizione in vista delle prossime europee.

Sul fronte internazionale, su cui Meloni sta costruendo il suo nuovo volto ‘rassicurante’, Forza Italia ha fatto intendere che i Popolari europei non vogliono avere nulla da spartire con i tedeschi dell’ultradestra dell’Afd (Alternativa per la Germania) con i quali flirta (a dire il meno) il leader della Lega. Per il momento il premier non si schiera (anche perché ‘pesa’ l’antica vicinanza agli spagnoli di Vox), in bilico se attraversare il guado approdando alla famiglia dei Popolari o se rinvigorire i rapporti con le forze sovraniste, nazionaliste e di destra-destra sparse per l’Europa.

Seconda querelle: il governo in pieno agosto assume provvedimenti per colpire gli extraprofitti delle banche e pone limiti alle tariffe delle compagnie aeree, tanto da spingere il Ceo di Ryanair ad accusare l’Italia di avere varato un decreto “degno della Russia comunista”. Provvedimenti, questi, che non a caso ‘piacciono’ a Fratoianni e a Conte e a settori del Pd.

Al di là del contenuto del provvedimento sulle banche, appare per lo meno singolare che un governo di destra-centro sdogani una campagna contro gli extraprofitti (chi decide e in base a quale principio il limite da non oltrepassare?) in un Paese che non ha mai avuto grande dimestichezza con i valori del mercato e della concorrenza (come emerge dalla difesa delle corporazioni dei tassisti e dei balneari). Quindi: colpo alle banche e alle compagnie aeree (che non sono particolarmente simpatiche all’opinione pubblica), ma non si toccano le accise sulla benzina per non creare una voragine nei conti dello Stato.

E poi il libro del Generale che esplicita luoghi comuni su gay, italiani “bianchi” e altre amenità di questo genere. Bene ha fatto il ministro Crosetto ad intervenire, ma la vicenda ha fatto emergere il nervo scoperto di settori della destra politica e culturale: ambienti di derivazione ‘passatista’ condividono, nella sostanza se non nella forma, il ‘vademecum’ del ‘politicamente scorretto’ e criticano quella che, ai loro occhi, appare come una deriva moderata di FdI. Si vedrà se su tale piattaforma nascerà una destra alla destra di FdI.

E la questione migranti: secondo le previsioni quest’anno ne potrebbero arrivare circa 200mila. E il governo si barcamena tra un ‘cattivismo’ di facciata e un lassismo di sostanza. Con il presidente Mattarella che da Rimini lancia un chiaro monito: “Servono ingressi regolari in numero ampio. Non muri e barriere”. E Ilvo Diamanti, in base ai sondaggi Demos, ricorda che il 40% degli italiani ha paura e timore dei migranti. E questo spiega il successo del libro del generale Vannacci.

Mano dura, invece, sul taglio del reddito di cittadinanza e nulla di nuovo sul reddito minimo. Un’estate, quindi, da “stop and go” per il governo. Tra istanze neo-stataliste e corporative (che deludono i settori liberali) e il disegno e/o velleità di diventare un modello per i moderati europei.