Sulla scuola si investe poco? No, si investe male

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Sulla scuola si investe poco? No, si investe male

Sulla scuola si investe poco? No, si investe male

22 Settembre 2022

Se la scuola, a parte brevi cenni episodici, scompare completamente dai temi della campagna elettorale, ci pensa una ricerca della Fondazione Agnelli a gettare nuova luce su problemi e criticità del nostro sistema scolastico.

Grazie all’elaborazione di dati della Ragioneria generale dello Stato, Eurostat, Ocse, nel dossier dal titolo “Le risorse per l’istruzione: luoghi comuni e dati reali” emergono quattro elementi critici. 

Anzitutto, per il comparto dell’educazione in Italia si spende male, più che poco, e i principali danni riguardano il sistema universitario.

Il personale non è diminuito anzi: unico caso nella pubblica amministrazione, le risorse professionali sono aumentate del 20%, nonostante la perdita del 12,8% degli allievi dovuta al crollo demografico.  A pesare però sui professori è la retribuzione che continua a essere inferiore alla media europea. 

In tema di investimenti, la ricerca rileva che su infanzia, primaria, medie e superiori, siamo allineati alla media europea. Nonostante il calo demografico, il nostro Paese ha lasciato invariata la sua quota di spesa. Per cui, per ogni singolo studente fra i 6 e i 15 anni investiamo circa 75 mila euro, a parità di potere d’acquisto. Un dato che si posiziona sopra la media Ue. Il dato nazionale è in linea con quanto speso da paesi come Germania e Spagna. Sull’università invece l’Italia si ferma allo 0,3 per cento, ben al di sotto della media Ue. 

Il personale cresce di poco più del 20% nell’ultimo decennio, ma i professori di ruolo sono di meno. E’ boom invece per gli incarichi a tempo determinato. A risentirne è l’integrazione dei docenti di sostegno, che fa segnare -12,8%. Le retribuzioni sono inferiori a quelle della maggioranza degli altri Paesi europei ma, secondo dati elaborati da Ocse Talis,  tra scuola e casa, gli insegnanti italiani dichiarano di lavorare 26 ore alla settimana contro un media europea di 33 ore.

La scuola italiana è fortemente condizionata anche dal drammatico calo della natalità. Sebbene il fenomeno riguardi quasi tutti i paesi europei, è da noi ad apparire particolarmente condizionante. Nel decennio 2020 – 2030, infatti, la perdita di studenti a causa della denatalità è pari al 13%.