Mondo News 08 Agosto 2012 di Andrea Andrei Alex Schwazer: quando il “suicidio” del campione è la rinascita dell’uomo “Non ci si può fermare a ventitré anni, dopo aver vinto un’Olimpiade”. No, le parole di Alex Schwazer in conferenza stampa non sono quelle di chi vuol fare la vittima. Sono parole di autentica disperazione. Parole di chi, oltre al lavoro e a buona parte della sua vita, ha perso la passione. Perché se non ce la fai, o sei abbastanza forte da mollare in tempo, uscendo tra i fischi, oppure vai incontro all’autodistruzione. E la sua colpa più grande è stata di non aver saputo gettare la spugna. doping olimpiadi schwazer