“Un Occidente prigioniero”, rileggere Kundera per capire la guerra in Ucraina
11 Maggio 2022
Milan Kundera in e-book. Sembrava un’impresa impossibile, data la riluttanza dell’autore ceco a traslare la sua opera dalla carta al lettore digitale. Tuttavia, la casa editrice Adelphi (che detiene il catalogo italiano dello scrittore) ha vinto la sua resistenza. Finalmente si potrà leggere «L’insostenibile leggerezza dell’essere» da un qualsiasi device elettronico.
L’intuizione di Kundera
Certamente meno celebre del romanzo che ha consacrato Kundera alla fama internazionale è invece il suo «Un Occidente prigioniero». Si tratta di un pamphlet datato 1967 e finora inedito in Italia. Kundera, attraverso l’esempio della Repubblica Ceca e del suo travagliato cammino per diventare una nazione, parla di tutti noi, di tutte le nazioni del Mondo, che – come lui stesso ricorda – non sono ordinate per natura, ma sono state artificialmente create dall’uomo, dalla Storia, ma soprattutto dalla cultura.
È un libro che ci parla da lontano, ma che già aveva ben inquadrato il futuro incerto dell’Europa. Sebbene sarebbe più corretto precisare dell’Europa centrale, cui l’autore appartiene, Kundera aveva intuito che lentamente i suoi ideali “romantici” si stessero sbiadendo in nome del consumismo sfrenato già al tempo della scrittura di questo testo.
Una prospettiva inquietante
Il quadro descritto da Kundera si fa più inquietante via via che si prosegue con la lettura. Il punto nodale arriva quando l’autore tira fuori un tema che oggi non potrebbe essere più attuale: il rapporto polemico fra Occidente e Russia. Non si può non descrivere un paragone fra l’Ungheria raccontata nelle prime pagine di questo libello e la situazione in Ucraina. In un ipotetico conflitto fra le due, conclude amaro Kundera, la reale tragedia non sarebbe la disfatta in termini bellici, ma piuttosto che l’Europa sembrerebbe perdere sé stessa.
L’Europa non è più nel cuore di noi europei, non sentiamo più quella spinta romantica quasi ottocentesca di affetto nei confronti della sua cultura così diversificata, e della sua Storia. Questo disamoramento è la vera sconfitta.